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IL PICCOLO MARTIRE

Veglie per il compleanno di Alfie: perché preghiamo

In decine di piazze italiane oggi si reciterà il Rosario per il compleanno del piccolo Alfie Evans, nato il 9 maggio del 2016. Preghiamo che la sua vita continui a portare frutto in noi, perché Alfie è nato e non morirà mai più. Ecco i luogi e orari delle veglie e uno stralcio del discorso della veglia delle Sentinelle in Piedi per comprendere l'importanza di far memoria di questo martire.

Attualità 09_05_2018

In decine di piazze italiane oggi si reciterà il Rosario per il compleanno del piccolo Alfie Evans, nato il 9 maggio del 2016. Preghiamo che la sua vita continui a portare frutto in noi, perché Alfie è nato e non morirà mai più. Sotto pubblichiamo uno stralcio del discorso della veglia delle Sentinelle in Piedi del 5 maggio scorso, che aiuta a comprendere l'importanza di di far memoria di questo martire, e luoghi e orari delle veglie.

«Quello che è successo in questi giorni a Liverpool, con l'impietoso assassinio di un bambino inerme, ci deve fare capire che questo fatto criminale, avallato da uno Stato, è solo la conseguenza di una biglia che rotola su un piano inclinato. Una discesa che ha avuto inizio quando abbiamo accettato che un bambino possa essere ucciso nel ventre della madre.

Tante volte abbiamo sentito parlare di banalità del male... come nel caso di Adolf Eichmann che dopo la guerra è fuggito in Argentina sotto il falso nome di Ricardo Klement. È impressionante pensare al responsabile di milioni di morti mentre ogni giorno, come un qualsiasi altro impiegato, timbrava il cartellino presso la fabbrica in cui lavorava, e vedercelo come amorevole padre di quattro figli. È impressionante pensare alla “normalità” di questa persona, come possiamo pensare alla “normalità” di tutti i burocrati di cui leggiamo in Arcipelago Gulag di Solzenycin o nei Racconti dalla Kolyma di Salamov: normali funzionari, schiere di uomini comuni che si trasformavano in aguzzini dei propri pari.

Fin qui il passato. O forse no. Forse si tratta solo di un altro presente. Sì perché è troppo facile parlare di banalità del male riferendosi alle tragedie del passato. Come se in fondo queste non ci riguardassero, come sei davvero fosse un'epoca passata per sempre.

Non è così!

Proviamo a pensare per un attimo alla vicenda del piccolo Alfie. Pensiamo ai medici ed all'altro personale dell'ospedale. Probabilmente nessuno di loro ha il volto del cattivo come nei film. Sicuramente la sera tornano a casa dalla loro famiglia, fanno delle gite nel fine settimana, pagano le rate del mutuo. Magari la sera prima di mandare a letto i loro figli si siedono con loro nel lettino e leggono la fiaba della buonanotte. Gente normale insomma, persone comuni. Persone come noi. Ma se pensiamo a quello che hanno fatto ad Alfie ed agli altri viene spontaneo il dubbio che nella loro anima qualcosa si sia rotto, che il loro cuore si sia fermato.

Invece no!

Non è questa la spiegazione all'abisso di male nel quale sembrano sprofondare queste persone. La verità è che questo male è dentro ogni uomo. Questo male è dentro medici e infermieri dell'Alder Hey Hospital come è dentro ognuno di noi presente qui oggi. Loro sono come noi. Loro siamo noi. È per questo che non possiamo odiarli, perché viviamo nella loro stessa condizione.

Ma con tutte evidenza dentro ogni essere umano c'è anche il bene, c'è un’innata attrazione per la verità. C'è una lotta che ci spinge giorno per giorno a scegliere tra il bene e il male, a scegliere se Alfie merita di vivere o ha il dovere di morire. Noi siamo qui oggi non per odiare i carnefici ma per testimoniare anche a loro che nessuno può disporre della vita di un altro uomo, qualunque sia la sua condizione. Tanto meno lo Stato può decidere della vita o della morte dei propri cittadini: se lo fa diventa totalitarismo. Nessuno ha il diritto di decidere quando la vita di un'altra persona deve finire . Questo vale per i malati, per i bambini nel ventre della madre, per gli anziani che la società considera non più utili e produttivi. Se si nega questo, se si apre anche solo una piccola frattura nella diga, non ci sarà più limite e sarà il potere di turno, in base ai propri interessi e dalla propria ideologia a stabilire della vita o della morte di chiunque.

Ed allora le fosse comuni che hanno affollato il Novecento non saranno più solo un brutto ricordo ma un tragico presente. Noi oggi siamo qui perché non vogliamo che la nostra memoria diventi una fossa comune in cui Charlie, Isaiah, Alfie, e poi chissà quanti altri diventano volti anonimi, alcuni tra i tanti. Siamo qui per tenere desta la nostra coscienza perché non vogliamo e non possiamo abituarci al male, non vogliamo guardare all'uccisione di persone innocenti con la stessa indifferenza con cui assistiamo da anni alle immagini di guerra che in ogni momento ci mostrano i media. Cari amici teniamo pura la memoria e desta la coscienza.

Non è anzitutto una battaglia politica a portarci oggi in piazza ma la coscienza che l'uomo ha la memoria corta e si abitua in fretta al male. Siamo qui anzitutto per aiutarci a mantenere viva la ferita del dolore di fronte al male che ci assale, siamo qui perché con il nostro silenzio vogliamo dare voce al urlo che dall'intimo di ciascuno di noi ci dice che nessuna vita è indegna di essere vissuta, che nessun essere umano può decidere della vita di un'altra persona, che la vita va protetta in qualsiasi condizione dal concepimento fino alla morte naturale.

La morte di Alfie, Charlie, Isaiah, e tutti gli altri non è per noi una sconfitta, non è una vittoria di nessuno: è una chiamata alla battaglia. È un appello alla nostra coscienza perché oggi più che mai non siano parole al vento i richiami a far sì che non accada di nuovo ciò che abbiamo visto con i totalitarismi del 900. Se non vogliamo che la storia si ripeta c'è un momento giusto per agire: adesso, qui ed ora. Il piano inclinato è giunto ad un punto per cui dire “ora o mai più” non è solo una frase astratta.

Gaber cantava “Il tutto è falso” ed a noi, oggi più che mai, sembra di vivere in un'epoca in cui la menzogna ci sovrasta e cerca di affogarci. L'uccisione di un bambino nel grembo della madre viene chiamata libertà di scelta: si dice best Interest, “miglior interesse”. Per giustificare l'eliminazione delle persone malate si parla di morte compassionevole, o di eutanasia”, invece che di omicidio.

Con il vocabolario della neolingua si giustificano le peggiori nefandezze. Ma noi non vogliamo e non possiamo scoraggiarci perché ognuno di noi un giorno, con la propria storia, ha conosciuto la verità. E questa è la più grande responsabilità che ciascuno di noi presenti ha. Viviamo in un periodo storico in cui la verità non ha altri mezzi secolari per affermarsi che non siano le nostre stesse vite e la nostra testimonianza: per questo abbiamo la responsabilità della Verità. Responsabilità significa avere la capacità di rispondere di qualcosa chi ci viene affidato, di dare responso e di rispondere.

Se noi oggi siamo qui è perché abbiamo accettato la sfida della verità che, senza alcun merito, la vita ha lanciato proprio a noi. Sta ad ognuno di noi decidere se essere responsabili ed accettare tutte le conseguenze che comporta vivere in un mondo di menzogne avendo conosciuto la verità. Non possiamo più vivere come prima. Non possiamo rimanere indifferenti alla verità. Non ci sarà nessun altro a correre in nostro aiuto. Non arriveranno i rinforzi. Ci siamo noi, la verità e la menzogna. Se oggi siamo qui è perché abbiamo accettato di combattere la battaglia per la verità...».

Roma, Piazza san Pietro, ore 22

Milano, piazza duomo, ore 21

Torino, via Pietro Cossa, 280, ore 21

Napoli, piazza Cavour, S. Maria del Rosario alle Pigne, ore 18.30

Genova, piazza de Ferrari, ore 19

Reggio Emilia, piazza Prampolini, ore 20.30

Brescia, Piazza Paolo VI, ore 20.30

Trieste, piazza s. Antonio Nuovo, ore 20.30

Cremona, chiesa di S. Gerolmano, ore 21

Parma, di fronte al duomo, ore 21

La Spezia, Pegazzano Parco via Fabio Filzi ore 21

Vercelli, chiostro basilica S. Andrea, ore 21

Rimini, sagrato del Duomo, ore 21

Biella, davanti al battistero, ore 18.30

Savona, Chiostro dei carmelitani parrocchia S. Pietro, ore 21

Dublino, Ambasciata inglese, ore 20

Avellino, piazza Don Michele Grella, ore 19

Trieste, piazza s. Antonio Nuovo, ore 20.30

Novara, campo Polisportiva S. Giacomo, ore 20.45

Ortucchio (Aq), Cappellina dell’adorazione, ore 21.20

Cesate (Mi), chiesetta della madonna del Latte, ore 20.30

Rocca di Capri Leone (Me), Chiesa della Madonna di Czestochova ore 21

Minturno (Lt), Piazza dell’Annunziata, ore 18

Borghetto S. Spirito (Sv), parrocchia S. Matteo, ore 21

Mirteto (Massa), Pieve S. Vitale ore 18 

Piana Battolla (Sp), piazza turati, ore 20.30