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LA LETTERA

Unioni gay sì, austerity no: ecco un premier double face

Bene ha fatto il premier Renzi ad accusare l’Europa di avere ecceduto nella politica di austerità.Però, continua a ripetere che il ddl Cirinnà va approvato perché «ce lo chiede l’Europa» e perché, sul tema delle unioni tra persone dello stesso sesso, l’Italia è «il fanalino di coda dell’Europa». Ma allora, come la mettiamo?

Fotomontaggio di Matteo Renzi in versione gay

Caro direttore,

questa settimana, vorrei sottolinearti una clamorosa e vergognosa contraddizione, in cui si sta muovendo il nostro premier Renzi, insieme a quasi tutto il governo ed ai vertici del Pd. Renzi, per molti versi giustamente, ha aperto una clamorosa polemica con i vertici europei sui temi economici. Il “nostro” ha accusato apertamente l’Europa di avere ecceduto nella politica di austerità e si è attribuito il merito di averle fatto cambiare direzione. Junker ha insolitamente risposto per le rime, attribuendosi a sua volta tutti i meriti dei cambiamenti e invitando Renzi a stare buono. Polemica veramente senza precedenti, che ha avuto il merito di avere dimostrato che con l’Europa si può litigare anche apertamente e, soprattutto, che si può dissentire. Tutto sommato, anche senza entrare nei dettagli delle questioni economiche, possiamo giudicare positivamente questo atteggiamento del governo italiano.

D’altra parte, però, lo stesso Renzi, seguito dal coro ripetitivo dei suoi seguaci (e anche da qualche suo avversario), continua a ripetere ossessivamente che il Parlamento deve approvare, e in fretta, il ddl Cirinnà perché «ce lo chiede l’Europa» e perché, sul tema delle unioni tra persone dello stesso sesso, l’Italia è «il fanalino di coda dell’Europa». Ma allora, come la mettiamo? Con l’Europa si può litigare oppure dobbiamo essere ad essa proni su tematiche molto più delicate e decisive di quelli economiche? Evidentemente, abbiamo un premier double face, a seconda delle sue convenienze (fino a quando i suoi alleati di governo possono sopportare un atteggiamento del genere?).

Tra l’altro, ciò che dice Renzi a proposito dei così detti “diritti civili” è pieno zeppo di vere e proprie bugie. Esemplifico. Innanzitutto, occorre ribadire per l’ennesima volta che l’Europa nulla può dire a proposito del diritto di famiglia, perché questa materia è sottratta alla competenza dell’Ue, essendo rimasta assegnata alla sovranità di ogni singolo Paese. L’Europa, quindi, non può che stare zitta (cosa che spesso non fa) e nessuno si può appellare a essa per giustificare la propria politica familiare. In secondo luogo, non è vero, anzi è falso, che l’Italia sia il “fanalino di coda”, visto che ben 11 Stati europei nulla prevedono circa le unioni civili: semmai, si tratta di un “fanalone” di coda.

E poi, naturalmente, il premier non osa ricordare quanto è recentemente avvenuto nella vicina Slovenia, il cui popolo ha rigettato, con un referendum, la legislazione favorevole alle unioni tra persone dello stesso sesso (nel silenzio assordante di tutta la stampa italiana). Quello che impressiona, in questi giorni, è la testardaggine, quasi ossessiva, con cui Renzi insiste sul fatto che il ddl Cirinnà (che,tra l’altro, è palesemente incostituzionale laddove parifica le cosiddette unioni civili al matrimonio ed alla famiglia) deve essere approvato e deve essere approvato in fretta. A quale logica obbedisce? 

A chi obbedisce, lui, che essendo di formazione cattolica scout, dovrebbe, comunque, essere più cauto e pensoso, confrontandosi apertamente con quel popolo che, giustamente, ha deciso di tornare in piazza il 30 gennaio. Invece, va avanti come se nulla fosse. Un Obama qualsiasi vale di più della maggioranza (così dicono i sondaggi) del suo popolo cattolico e non?