Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Un finto rimprovero

Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! (Gv 11, 21)

Schegge di vangelo 29_07_2019

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». (Gv 11, 19-27)

Possiamo notare che la prima frase di Marta, che a prima vista potrebbe sembrare un rimprovero, è in realtà già un atto di fede perché riconosce in Gesù la sorgente della vita. La vita terrena, infatti, è una catena di speranze e la fede in Gesù è il fondamento delle cose che si sperano, come la resurrezione, e prova testimoniale di quelle che - ancora - non si vedono. La resurrezione dell’amico Lazzaro, che consistette nel ridare la vita al corpo da giorni chiuso nella tomba, richiama la resurrezione della carne che avverrà al momento del Giudizio Universale. Ma tale resurrezione, a differenza di quella di Lazzaro, sarà per i beati molto diversa, perché anzitutto questi ultimi non moriranno più e anche perché il loro corpo glorioso avrà delle caratteristiche proprie, a partire dall’impassibilità al dolore e dall’incorruttibilità, che i nostri ancora non possiedono. Signore dacci la fede nella risurrezione dei corpi come era ben chiara a Marta.