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IMPOSTE LEGGI ANTI OMOFOBIA

Umbria, Repubblica Autonoma Gendercratica

Mentre la Scalfarotto e le linee guida sono dormienti in Parlamento, la Regione Umbria mette la freccia nella corsa ai falsi diritti per i gay e trans e istituisce un vero e proprio sistema di norme interamente votate a reprimere ogni caso di omofobia. E pazienza se il tutto non ha alcuna base giuridica nè scientifica. E per chi sgarra c'è anche una speciale inquisizione. 

Educazione 14_03_2017
La sede della Regione Umbria

Il Consiglio Regionale Umbro si appresta a votare oggi una legge che istituirà un nuovo super cittadino detentore di diritti senza eguali nell'ordinamento italiano.  Stiamo parlando della proposta di legge regionale sulle ‘Norme Contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere’.

Mentre la legge sull'omofobia (la Scalfarotto) e il comma 16 della Buona scuola sull’educazione alle differenze di genere, restano fermi con le quattro frecce nei cassetti del Ministero dell'Istruzione e delle commissioni parlamentari, questo provvedimento locale comprende tutte quelle misure che de facto  limitano la libertà di opinione e il primato educativo delle famiglie e creano un canale di tutela preferenziale per le persone omossessuali. 

Con questa proposta di legge viene quindi meno qualsiasi principio di uguaglianza dei cittadini. La regione si impegna infatti a promuovere eventi culturali tesi a far conoscere il mondo gay;  a favorire politiche di assunzione e di gestione del personale omo, bi e transessuale;  a istituire un organo di controllo capace di sanzionare aziende, scuole, uffici, testate giornalistiche e singole persone che non si adeguino al gender pensiero. 

Simone Pillon, componente del direttorio del Family Day e avvocato al foro di Perugia evidenzia che fin dal primo articolo emerge un’impostazione ideologica: “Si specifica che per identità di genere si intende la percezione di sé anche se non corrispondente al proprio sesso biologico”. Un‘affermazione che non ha nessun supporto scientifico e si presta a qualsiasi interpretazione e disturbo della personalità. “Chiunque potrebbe farvi riferimento - siega Pillon-. Essere ciò che uno si sente di essere apre ai 58 o 70 o infiniti generi indicati ma senza alcun riferimento col reale”.

Pillon pone l’accento anche sull'accesso delle associazioni lgbt  al mondo della scuola senza nessuna verifica preventiva in ordine alla attendibilità dei contenuti e al rischio di propaganda omosessualista. Non si prevede se tali interventi debbano essere in orario scolastico o no. Prevista tale attività a partire dalle scuole medie quindi con studenti di 11 anni. 

Ma in termini normativi la vera novità è l'articolo dedicato all'integrazione sociale, la formazione e il lavoro. In un’epoca asfissiante disoccupazione per giovani, padri di famiglia, esodati e cinquantenni senza lavoro né uno straccio di pensione, la Regione Umbria si preoccupa di creare dei canali di inserimento lavorativo per le persone con diverso orientamento sessuale e identità di genere.  Si parla persino di percorsi che valorizzino le qualità individuali e indirizzi le persone discriminate all'avvio di nuove imprese.  Insomma un’economia di genere ritagliata su misura ed esclusiva. “Anche le pubbliche amministrazioni dovranno adeguarsi”, aggiunge Pillon, “Dovranno esser previsti corsi di formazione per il personale e anche la modulistica dovrà essere conforme al gender-pensiero”.

“Ovviamente - conclude Pillon - è stato previsto un supremo tribunale speciale una sorta di inquisizione che vigili sul pieno rispetto del gender pensiero”. Si tratta dell’Osservatorio regionale" costituito con schiacciante maggioranza gay (6 membri su 10) e che dovrà monitorare e segnalare eventuali atti discriminatori. 

Per far funzionare questa macchina sono previsti 50 mila euro per il primo anno e un meccanismo automatico di finanziamento per gli anni a venire. Il relatore di minoranza,  consigliere  Sergio De  Vincenzi, sentito dalla Nuova BQ,  è sicuro che la legge sarà rimandata in Commissione per la mancanza degli stanziamenti  economici.  De Vincenzi ritiene inoltre che il testo così formulato non può essere approvato dall’assemblea regionale, poiché non specifica  alcuna fattispecie di discriminazione  che può essere sanzionata dagli organi preposti. Chi agita i fantasmi dell'omofobia in realtà sembra aver messo a punto uno strumento meramente ideologico volto a fare costume.