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QUIRINALE

Stavolta non chiedete allo Spirito Santo

Eletto il Papa si avvicinano ora scadenze più mondane per l’Italia. Prima i Presidenti delle Camere, rispetto ai quali il Movimento 5 Stelle sta lanciando un’opa, poi l’elezione del Presidente della Repubblica. Come ne uscirà il Paese?

Politica 16_03_2013
Prodi e Amato

Eletto il Papa – e che Papa! – si avvicinano ora scadenze più mondane per l’Italia. Prima i Presidenti delle Camere, rispetto ai quali il Movimento 5 Stelle sta lanciando un’opa, poi l’elezione del Presidente della Repubblica. Le scelte dovrà adempierle il nuovo Parlamento, ampiamente rinnovato rispetto alla precedente composizione e soprattutto con una buona fetta di neofiti – i grillini – che per quanto riguarda il Colle già hanno fatto i nomi di improbabili eligendi, ma sempre pronti, lancia in resta, a battaglie che difendano il popolo dall’infame e bistrattata classe politica.

Gli atei Dario Fo e Margherita Hack, valgono, in questa prospettiva, Antonio Di Pietro, il candidato di Grillo di qualche mese fa. Poi ci sono i candidati veri, interni all’establishment culturale e politico di sinistra. Nell’ordine, in base ai desiderata dei sondaggi che vengono diffusi: Emma Bonino, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Giuliano Amato. La leader radicale, in testa a tutti i sondaggi, si fregia – come si sa – di essere la paladina dei diritti umani e contemporaneamente rivendica non la teoria, ma la pratica di tutte quelle battaglie anticonformiste che di umano non hanno nulla: gli aborti, accompagnati dalla negazione della sepoltura per i bambini non nati, il rientro dolce della popolazione, in nome della salute riproduttiva delle donne e dello sviluppo umano (i programmi eugenetici malthusiani, praticati per decenni dal sistema delle Nazioni Unite), l’eutanasia e il suicidio assistito, il matrimonio tra omosessuali, la droga libera. Insomma, la quintessenza di un’ideologia che nega i principi del diritto naturale, in nome del desiderio che si veste di libertà.

Il cattolico adulto Romano Prodi, invece, che è il candidato uomo con più chance, deve ancora spiegare, a distanza di 35 anni, la sua partecipazione a quella seduta, nella quale – così ha raccontato lui nel corso di una testimonianza davanti ad una Commissione Parlamentare d’Inchiesta – uno spirito non sappiamo se proferì o scrisse o fece scrivere il nome Gradoli, la via di Roma dove Aldo Moro fu tenuto prigioniero.
Dopo quella seduta, Prodi ne ha fatta di carriera, in Italia, in Europa e a livello internazionale, tanto da essere nominato qualche mese fa inviato speciale ONU per il Sahel. Gli spiriti a volte, si sa, favoriscono i cursus honorum.

A sponsorizzare Massimo D’Alema, dicono i giornali, sarebbe niente po’ po’ di meno che lo stesso Silvio Berlusconi, al fine di arginare Prodi.
Dal canto suo, D’Alema si fa forte della sua fama di tessitore di quella sinistra italiana, da lui dominata negli ultimi 25 anni, che non riesce ad esprimere uno straccio di idea di riforma, impegnata com’è a organizzarsi nella logica del nemico da abbattere, salvo poi salvarlo – il nemico – quando si va al potere e non si fa la legge sul conflitto d’interessi.

Da ultimo, Giuliano Amato. Uomo buono, nel senso di disponibile, per tutte le stagioni. Da quella craxiana a quella della seconda Repubblica, dove si è ritagliato uno spazio da salvatore della patria, da spendere come divulgatore culturale dell’unità italiana o da Presidente dell’Istituto Treccani o da Presidente del Consiglio. Fa poca differenza, in fondo. Un grand commis di Stato, presente anche lui – come Emma Bonino e numerosi altri – come ha raccontato Andrea Indini sul Giornale del 13 novembre 2012, alla riunione del Gruppo Bildeberg che si è tenuta a Roma.

Come si può notare, un parterre di tutto rispetto. Il meglio del meglio. Non si potrà invocare lo Spirito Santo, che non si occupa di cose così mondane e non interverrà. Tutto sarà lasciato al senso profondo delle Istituzioni – come si dice – così forte, ma così forte, nel nostro Paese, che non si può che stare tranquilli. E pregare.