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Jihad

Sri Lanka. Le chiese restano chiuse per la seconda domenica consecutiva

 

Un nuovo allarme di possibili attentati ha indotto il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, a sospendere ancora le funzioni religiose e a prolungare la chiusura delle scuole cristiane

Nello Sri Lanka, dove il giorno di Pasqua tre chiese e tre alberghi sono stati oggetto di attentati dinamitardi che hanno ucciso 257 persone tra cui 50 bambini, non verranno celebrate messe domenica 5 maggio e le chiese resteranno chiuse. Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo della capitale Colombo, che in precedenza aveva annunciato la ripresa delle funzioni, ha motivato la decisione dicendo di aver ricevuto informazioni da “fonti attendibili all’estero” che  sono “possibili nuovi attacchi durante il week-end contro una famosa chiesa cattolica e una scuola”. Anche le scuole cattoliche resteranno chiuse fino a nuovo ordine, mentre, salvo nuovi motivi d’allarme, lunedì 6 maggio riapriranno le 10.194 scuole del paese, ciascuna delle quali però verrà dotata di un agente di sicurezza. “Ci è stato assicurato – ha dichiarato il ministro dell’istruzione Akila Kariyawasam – che tutte le scuole saranno perquisite e messe al sicuro per riprendere il nuovo periodo scolastico”. L’agenzia AsiaNews riporta che la polizia ha arrestato oltre 150 sospetti e ritiene che tutti gli attentatori suicidi fossero affiliati a un gruppo islamico locale, il National Thowheed Jamath, quello a proposito del quale i servizi di intelligence indiani sostengono di aver diramato tre allerte terrorismo nelle settimane precedenti gli attentati, rimaste inascoltate. La prima risalirebbe al 4 aprile. Le informative mettevano in guardia le autorità cingalesi sulle attività del gruppo e del suo leader, Maulvi Zahran Bin Hashim, intento a creare una cellula dell’Isis in India e Sri Lanka. Lo stesso primo ministro cingalese Ranil Wickremesinghe ha ammesso: “l’India ci ha fornito le informazioni, ma poi c’è stato un vuoto nel modo di agire – riferisce AsiaNews – e le informazioni non sono state trasmesse”. Il 3 maggio i leader islamici che il venerdì precedente avevano consigliato ai fedeli di restare a casa hanno riaperto le moschee per le preghiere del venerdì. Ma si teme per l’imminente inizio del mese di Ramadan, il 6 maggio.