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POLITICAMENTE CORRETTO

Spagna, antisemitismo di ritorno dal volto umanitario

Proprio mentre Hamas lancia la sua nuova offensiva incendiaria su Israele, provocando un milione e mezzo (in dollari) di danni, la città di Valencia, Spagna, annuncia il boicottaggio di Israele. I termini della mozione contengono molti stereotipi anti-semiti. E i protagonisti del nuovo governo di sinistra in Spagna vengono da quella cultura.

Esteri 30_06_2018
Manifestazione BDS a Valencia

Mentre Hamas iniziava a mettere in atto l’ultima strategia del terrore per combattere Israele - profilattici gonfiati pronti a prendere fuoco – in Europa si provava a dare dimostrazione di essere all’altezza. Se Hamas, infatti, gonfia condom di elio, li lancia in aria e poi aspetta che incendino le sterpaglie del deserto del Negev - grazie a piccole cariche esplosive attaccate alla loro estremità che una volta toccata terra danno fuoco a quel che trovano -, in Occidente, a Valencia, la terza città più grande della Spagna, viene approvata la mozione per il boicottaggio di Israele e la calunnia.

In concomitanza con la fine del Ramadan, Hamas è arrivato a lanciare anche cinquemila condom. E ha persino creato un'unità ad hoc per appiccare questo tipo di incendi e studiare la direzione del vento per raggiungere le zone abitate o coltivate dagli israeliani. E il risultato è garantito anche in termini mediatici, dal momento che le alte nubi che si ergono in seguito agli incendi giocano a favore di telecamera. Ma non solo: i danni arrecati alle terre coltivate da Israele ammontano a quasi un milione e mezzo di dollari.

In Europa la partita invece si gioca con la casacca della burocrazia, mettiamola così, e la mossa di Valencia arriva pochi giorni dopo che Navarra, una delle diciassette comunità autonome della Spagna, ha annunciato una misura simile. In tutto più di 50 città e regioni spagnole hanno approvato le mozioni per boicottare Israele. Il provvedimento di Valencia, promosso dal partito di estrema sinistra València en Comú, impegna la città ad astenersi dal prendere contatti commerciali o per eventi culturali con le autorità e le aziende israeliane. Uno degli scopi dichiarati apertamente è stabilire Valencia come "un riferimento globale per la solidarietà con i palestinesi". La mozione, nel descrivere con disprezzo Israele come un "regime di apartheid", accusa lo stato ebraico di "colonialismo", "razzismo", "pulizia etnica", "tirannia" e "genocidio".

Neus Fábregas Santana, il consigliere comunale che è stato il primo a promuovere la misura, lavora a stretto contatto con il gruppo BDS País Valencia - la filiale locale del movimento mondiale che cerca di delegittimare Israele, l'unica democrazia in Medio Oriente. BDS País Valencia sta attualmente promuovendo un documentario spagnolo sulla Striscia di Gaza intitolato "Gas the Arabs". Il documentario è la sintesi di sforzi maniacali, e fantasiosi, volti a dimostrare che quel che stanno facendo oggi gli ebrei di Israele agli arabi è esattamente quello che facevano i nazisti agli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale.

Ma c'è anche qualcuno che cerca di porre un argine all’odio contro Israele. Come l’organizzazione Azione e comunicazione sul Medio Oriente (ACOM), con sede a Madrid, che sta combattendo il movimento anti-israeliano BDS in Spagna cercando di dimostrare come la mozione di Valencia sia antisemita e rappresenta una formula legalizzata di incitamento all'odio. E stanno cercando di intraprendere un'azione legale contro il Consiglio comunale di Valencia per violazione della Costituzione spagnola e promozione della discriminazione basata sulla religione, l'origine etnica o nazionale. "Abbiamo informato la stampa locale dell'illegalità della campagna BDS, spiegando dettagliatamente decine di casi giudiziari vinti dall'ACOM nei tribunali spagnoli che hanno dimostrato l'incostituzionalità delle misure di esclusione", scrivono nei loro comunicati stampa.

L'ACOM, d’altronde, ha presentato più di venti cause legali contro i consigli provinciali e comunali che hanno promulgato il boicottaggio di Israele. Ma poco riusciranno a fare: gran parte dell'attività del BDS in Spagna è promossa da Podemos il partito neo-comunista fondato nel marzo 2014 e che oggi è il terzo partito in Parlamento. Il capo di Podemos, Pablo Iglesias, e il suo vice, Íñigo Errejón, figurano tra i consiglieri del presidente venezuelano Hugo Chávez e sono stati accusati di aver ricevuto più di 7 milioni di euro dallo stesso Chávez per finanziare le loro attività politiche in Spagna. Ma Podemos ha anche ricevuto finanziamenti dalla Repubblica Islamica dell'Iran. E Iglesias ha nel suo curriculum una lunga storia di antisemitismo: ha minimizzato l'Olocausto, descrivendolo come "una decisione burocratica e amministrativa"; ha paragonato la Striscia di Gaza al ghetto di Varsavia; e ha descritto la polizia spagnola che cattura gli immigrati clandestini come le SS.

E' questo lo spartito che si suona nell'odierna Spagna dove ci sono negozi che esibiscono adesivi che annunciano l’odio a Israele e garantiscono di non vendere i suoi prodotti; dove le aziende pubbliche sono state istruite a non lavorare con ditte o individui israeliani e ai cittadini spagnoli sospettati di essere associati o solidali allo stato ebraico è stato chiesto di fare pubblica abiura per evitare di essere poi esclusi dalla vita sociale, politica, economica e civile.