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LA XXXIV GMG A PANAMA

Solo in 27mila dal Papa, migranti in agenda

Francesco a Panama, per la XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù. Flop di prenotazioni, si dà la colpa alle carovane migratorie verso gli Stati Uniti, ma sono hondureñi e venezuelani in fuga dalla povertà dei loro rispettivi Paesi. Ad accogliere Bergoglio la moglie del presidente della Repubblica, nota attivista della causa Lgbt. 

Ecclesia 23_01_2019

Tutto è pronto per il primo Viaggio Apostolico del 2019. Fra poche ore Papa Francesco atterrerà a Panama, sede prescelta ad ospitare la XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù. Lo attendono cinque giorni pieni di impegni: il programma ufficiale prevede tre omelie, dieci discorsi ed un Angelus. Bergoglio concluderà la Gmg2019 con la Santa Messa celebrata domenica 27 nel Campo dedicato a San Giovanni Paolo II. Le aspettative relative alla partecipazione sono ben lontane dai numeri registrati nelle due precedenti edizioni di Rio de Janeiro e Cracovia. Il Comitato organizzatore locale a luglio scorso aveva annunciato l’arrivo di 220 mila pellegrini, ma a completare la registrazione sono stati poi in 100 mila. Non tutti gli iscritti, però, saranno a Panama: fino a domenica scorsa, infatti, ne sono arrivati soltanto 27 mila. A pesare sull’affluenza in calo, secondo l’Arcivescovo panamense mons. José Domingo Ulloa, è stato l’aggravarsi della crisi migratoria esplosa in Centroamerica nell’ottobre del 2018. Il dramma sociale vissuto dalle carovane in marcia verso i confini degli Stati Uniti – secondo il presule - avrebbe impedito a migliaia di giovani di “realizzare il sogno” dell’incontro con Francesco.

Nonostante l’impossibilità a partecipare fisicamente, non c’è dubbio che la realtà di queste migliaia di persone – soprattutto hondureñi e venezuelani in fuga dalla povertà dei loro rispettivi Paesi – sarà comunque presente durante la Giornata Mondiale della Gioventù. Tutto lascia pensare, infatti, che il tema delle migrazioni dovrebbe comparire ai primi posti nell’agenda panamense del Papa. Lo ha confermato nella conferenza stampa di presentazione lo stesso Alessandro Gisotti, neodirettore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, ricordando che “molti dei giovani a cui si rivolgerà il Papa sono migranti”. La sovrapposizione di questi due argomenti ha già fatto la sua comparsa nel Documento finale del Sinodo sui giovani: nel testo, infatti, i migranti vengono presentati come “un paradigma capace d’illuminare il nostro tempo e in particolare la condizione giovanile”. Non a caso, il Cardinal Farrell, presidente del Dicastero laici, famiglia e vita, ha dichiarato che la Gmg di Panama deve essere letta come la “continuazione” della XV Assemblea generale ordinaria andata in scena a Roma lo scorso ottobre. La centralità attribuita a questo tema sarà resa anche visivamente durante la Messa conclusiva che Francesco celebrerà il 27 gennaio. Per l’occasione, infatti, sarà allestito un maxidipinto in vetro che ritrae Gesù e Maria su una barca in compagnia di cinque giovani in rappresentanza dei diversi continenti. Un’opera d’arte che, secondo l’intento dichiarato degli autori, vuole veicolare un messaggio contro la xenofobia ed il razzismo.

Una delle tappe più attese della Visita Apostolica è l’incontro di Francesco con i detenuti minorenni del “Centro de Cumplimiento de Menores de Las Garzas de Pacora”. Questa scelta, come affermato dall’Arcivescovo Ulloa, vuole dimostrare che il Papa non rinuncia ad abbracciare anche quei giovani che non possono partecipare fisicamente alla Gmg. E’ previsto che Bergoglio confessi alcuni carcerati, tra cui anche un 16enne condannato per omicidio. Juan Zamorano, giornalista di Associated Press, ha avuto modo di realizzare un reportage all’interno del penitenziario. Il cronista ha raccontato il clima d’attesa vissuto da buona parte della popolazione carceraria – protestanti ed evangelici compresi – per la storica visita papale, pur non nascondendo l’ammissione delle autorità penitenziarie secondo cui “c’è una parte dei ragazzi che non vuole partecipare”.

Dopo la celebrazione della Santa Messa al Campo San Giovanni Paolo II, Francesco si recherà nella “Casa Hogar el Buen Samaritano”, una struttura che dal 2004 offre assistenza medica e psicologica a chi è affetto dai morbi dell’Hiv e dell’Aids. La visita del Papa vuole contribuire a frantumare il pregiudizio con cui troppo spesso queste persone sono costrette a convivere. Il centro, diretto da padre Domingo Escobar, affianca l’aiuto medico con l’attività di sensibilizzazione per vincere la discriminazione a cui è soggetta nella società questa categoria di malati. A tale scopo, l’associazione panamense – aiutata dalla Fondazione tedesca “Adveniat” – è promotrice anche di un programma di educazione sessuale incentrato sulla responsabilità.  

In un’intervista dello scorso anno, padre Escobar ha rivendicato il lavoro svolto dalla sua “Casa Hogar” anche nella pastorale indirizzata agli omosessuali. Tuttavia, pur dicendosi convinto che i cattolici non debbano far sentire escluse queste persone, il religioso ha invitato al buon senso quella parte di opinione pubblica del suo Paese che sembra aspettarsi chissà quale “apertura” dalla visita di Francesco: “Qualcuno spera che Francesco costringa i Vescovi panamensi e tutti i sacerdoti ad approvare l’aborto o il matrimonio di persone dello stesso sesso, ma il Papato e la Chiesa cattolica – in quanto tali – essendo al servizio dell’opera di Dio non possono cambiare la morale cristiana, i comandamenti o cancellare e riscrivere i Testi sacri”. I destinatari del messaggio di padre Escobar possono vantare, però, una potente rappresentante nella moglie del presidente panamense Videla. La “primera dama panameña”, infatti, è la portavoce globale del movimento “Cero Discriminación” ed è nota per essere un’agguerrita paladina dei diritti Lgbt.

Sarà proprio lei, Lorena Castillo de Varela, ad accogliere Papa Francesco accanto al marito-presidente nella cerimonia odierna di benvenuto all’aeroporto internazionale di Panama e a salutarlo prima del viaggio di ritorno a Roma previsto per il prossimo 28 gennaio.