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San Francesco da Paola

La vita del fondatore dell’Ordine dei Minimi, definito «l’altro Francesco» per la sua carità, fu segnata dal dono della fede fin dal suo concepimento. Ebbe il carisma della profezia ed è spesso raffigurato con il mantello legato al bastone nell’atto di attraversare lo Stretto di Messina: un evento miracoloso che verrà confermato nel XX secolo dalle rivelazioni di Gesù alla beata Edvige Carboni

Santo del giorno 02_04_2022 English Español

La vita del mistico calabrese e fondatore dell’Ordine dei Minimi, definito «l’altro Francesco» per la sua carità, fu segnata dal dono della fede fin dal suo concepimento. I genitori lo chiamarono Francesco in onore di san Francesco d’Assisi, da loro invocato per ricevere la grazia di un figlio, che gli arrivò dopo circa 15 anni di matrimonio. Ringraziarono il Cielo, ma probabilmente nemmeno immaginavano che quel bimbo sarebbe divenuto noto nella storia come san Francesco da Paola (1416-1507). Anni dopo ebbero anche una bambina, che chiamarono Brigida. Ma intanto avevano dovuto chiedere nuovamente l’intercessione del santo d’Assisi perché il figlio, a un mese dalla nascita, aveva contratto una grave infezione che ne metteva a rischio l’occhio sinistro. I genitori pregarono per la guarigione, facendo voto di mandarlo per un anno intero dai francescani. La malattia passò.

Francesco manifestò presto la sua inclinazione alla vita religiosa, crescendo in spirito di umiltà e preghiera. A 13 anni ebbe la visione di un frate francescano che gli chiedeva di adempiere il voto fatto dai genitori: entrò così in convento, dove rimase un anno vivendo in perfetta obbedienza alla regola francescana. I frati avrebbero desiderato trattenerlo, ma egli volle approfondire la sua vocazione prima di scegliere come consacrarsi a Dio. A tal fine si recò in pellegrinaggio a Roma, Montecassino, Loreto e Assisi. Al rientro nella sua città, andò a vivere da eremita in un luogo impervio, tra digiuni e penitenze, suscitando lo stupore degli abitanti di Paola, alcuni dei quali si aggregarono a lui nel 1435: fu l’inizio di quella comunità che sarebbe divenuta l’Ordine dei Minimi, il cui simbolo è uno scudo luminoso con al centro la parola Charitas.

Francesco divenne un punto di riferimento per i poveri e tutti i fedeli della sua terra. Sotto la sua guida sorsero altri eremitaggi in Calabria e Sicilia. È in questa fase che si colloca uno dei miracoli più celebri a lui attribuiti. Dovendo attraversare lo Stretto di Messina con due confratelli e non avendo il denaro necessario, chiese al barcaiolo Pietro Colosa di traghettarlo «per amor di Dio». L’uomo gli rispose che lavorava «per amor di soldi». E allora il santo, senza turbarsi, legò il mantello al suo bastone, lo stese sul mare e attraversò lo Stretto. Questa tradizione verrà confermata, tra l’altro, nelle rivelazioni di Gesù all’umilissima beata Edvige Carboni (1880-1952), che nel suo diario riportò questo consiglio datole dal Signore: «In questo mese di aprile abbi in devozione un Santo a Me tanto caro: San Francesco di Paola. Detto Santo a Me amava tanto. Lui nei viaggi in mare non andava in barca, ma la sua barca era il bastone».

Mise in guardia i governanti e predisse la caduta di Otranto nelle mani dei Turchi, che causò il martirio di 813 cristiani. Profetizzò a Ferdinando II d’Aragona la sua vittoria sui musulmani in Spagna, come poi avvenne, visto che fu proprio lui il re a completare la Reconquista.

La sua fama di taumaturgo si diffuse anche in Francia e indusse re Luigi XI, gravemente malato, a chiedergli di visitarlo. Il santo era restìo a lasciare la sua terra, ma poi partì in obbedienza a papa Sisto IV, al quale il sovrano si era appellato. Arrivò Oltralpe nel 1483, esortando il re ad accettare la malattia e pensare alla salvezza dell’anima. Riuscì nell’intento. Con la sua permanenza in terra transalpina, trattenuto dai successori di Luigi XI, migliorò i rapporti tra il papato e la Francia. Anche qui molti seguirono il suo esempio e l’Ordine dei Minimi adottò progressivamente una forma di vita cenobitica. Lo stesso Francesco ne scrisse la regola, prevedendo la professione di un quarto voto, cioè l’osservanza di una vita quaresimale perfetta e perpetua. Morì a Plessis-lez-Tours il Venerdì Santo del 1507, chiedendo ai confratelli di leggergli il racconto della Passione secondo Giovanni. Fu canonizzato appena 12 anni più tardi da Leone X, al quale aveva predetto l’elezione a pontefice quando questi era ancora un bambino.

Patrono di: Calabria, naviganti, gente di mare e pescatori, invocato contro gli incendi, la sterilità e le epidemie