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IL DOSSIER DEL TIMONE

Ragazzi, la vera contro-cultura è la Confessione

"Confessarsi per un giovane è il vero atto contro culturale". Parola del penitenziere maggiore del Vaticano il cardinale Mauro Piacenza che ha collaborato con la rivista di apologetica il Timone per il numero di giugno nel dossier dedicato al sacramento più dimenticato. Le storie di Amirante e don Luca Ferrari (Giovani & Riconciliazione) e il contributo di Sicari e Gagliardi. 

Ecclesia 03_06_2018

Confessarsi è il vero atto contro culturale. Sono le parole del Cardinal Mauro Piacenza pronunciate nel corso del convegno sulla Confessione organizzato dalla Penitenzeria vaticana di cui il cardinale è a capo. L’intervento di Piacenza ha costituito la parte centrale del dossier che la rivista di apologetica il Timone ha dedicato al sacramento forse più dimenticato, ma che proprio tra i giovani viene riscoperto con grande slancio.

Piacenza infatti ha scritto il suo intervento pubblicato poi nel numero 174 del Timone in distribuzione in questi giorni e acquistabile on line anche con app per iPhone, iPad o Android, riflettendo proprio sul carattere rivoluzionario, rispetto alla mentalità dominante, del sacramento della Riconciliazione. “Un giovane, che giunge a domandare alla Chiesa e al suo prete di celebrare il sacramento della Riconciliazione – ha detto -, compie comunque un atto radicalmente rivoluzionario, contro-culturale. Anche senza saperlo, egli riconosce ed afferma la propria non auto-sufficienza, riconosce ed afferma l’insufficienza del mondo a rispondere alle proprie domande; riconosce ed afferma il bisogno di un salvatore e che questa salvezza passa attraverso la struttura storica e mistica del Corpo ecclesiale”.

E ha messo in guardia i sacerdoti dall’amministrare questo sacramento con rettitudine perché di questo ne dovranno rispondere di fronte a Dio. “Non possiamo più permetterci di perdere una sola parola – ha concluso -, nel magistero ordinario e nei gesti che compiamo, di perdere una sola occasione negli incontri sacramentali e nelle celebrazioni della Liturgia, di mancare un solo sguardo nei giovani che ancora guardano a Cristo, al Vangelo e alla Chiesa, perché ne saremo responsabili di fronte a Dio”.

Il dossier prosegue poi con alcune storie di confessione e di giovani. C’è un bisogno di senso che trova risposta nella misericordia di Dio e «rinascere si può», dice Chiara Amirante di Nuovi Orizzonti. Ma quali sono le condizioni per ritenere valida una confessione? A questa importante domanda risponde il teologo Mauro Gagliardi.

Padre Antonio Sicari, invece, racconta del rapporto tra i santi e la confessione, mentre don Luca Ferrari di Giovani&Riconciliazione dice che va recuperato il senso del peccato che «non è uno sbaglio, ma una ferita nella relazione con Dio e con i fratelli».

Molti altri argomenti nel numero in distribuzione. Di seguito

ALFIE, IL VERO SCONTRO DI CIVILTA’

Il caso del bambino inglese di 23 mesi ha aperto gli occhi a milioni di coscienze. Il timone racconta la battaglia per la vita condotta dai genitori Thomas e Kate contro un sistema giuridico e medico che ha individuato il «miglior interesse» di Alfie nel farlo morire, staccando la spina. Il Primo piano di giugno ripercorre la vicenda con Benedetta Frigerio, Riccardo Cascioli e una riflessione del leader del Family day Massimo Gandolfini.

«Anche la ragione umana», scrive monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, «rifiuta una visione “cosificata” della vita umana perché comprende che se viene meno il rispetto della persona “la cultura dello scarto” diventerà il criterio per stabilire chi ha o non ha il diritto di vivere».

VIDEOGIOCHI E VIOLENZA

Il caso di Gta 5, il videogame dal successo planetario che allena a divenire criminali, apre alcuni quesiti sul rapporto tra giovani e violenza. Un intrattenimento spettacolare e milionario che deve «allertare» i genitori, scrive Mario Iannaccone. I casi di episodi violenti anche contro i professori nella aule scolastiche mostrano i frutti di quella che Vincenzo Sansonetti definisce «catastrofe educativa».

E ALTRO ANCORA…

Anna Bono ci porta in Africa, precisamente in Malawi, Nigeria, Ciad, Burundi e Kenya, per raccontare come le chiese africane entrino nel dibattito pubblico contro leader prepotenti che tengono soggiogati i loro popoli. Giuliano Guzzo, invece, racconta il lato oscuro dei cartoon Disney.

Maria Rachele Ruiu di Generazione famiglia affronta il caso dei tanti comuni italiani che hanno registrato all’anagrafe bambini frutto della pratica dell’utero in affitto.

La figura di dom Gérard Calvet, abate benedettino fondatore di Le Barroux in Francia, viene ricordata da Luigi Piras a dieci anni dalla sua morte. Un uomo di Dio che ha fatto fiorire vocazioni e liturgia.

Non mancano le rubriche, a partire da quelle storiche, “Vivaio”, di Vittorio Messori, poi “La versione di Barra”, del fondatore della rivista Gianpaolo Barra, “Il Kattolico” di Rino Cammilleri, e “Don Camillo sul crinale” di Lorenzo Bertocchi, in cui il parroco è alle prese con una grigliata come si deve. Giacomo Samek Lodovici nel suo “Filosafando” si concentra sulla storia delle idee che ha condotto al «best interest» applicato nel caso di Alfie Evans. La “Matita blu” è affidata a Roberto Marchesini che si occupa dell’occultismo modaiolo di Katy Perry; le “Parole proibite” di Andrea Zambrano mettono a tema la parola “vendetta”.