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a cura di Andrea Zambrano

VIETATO LO SCAMBIO DELLA PACE

Qua la mano, clericosalutista!

In Irlanda vietato lo scambio della pace a causa del diffondersi di un'epidemia influenzale. E tutti obbediscono. Miracoli del salutismo. Quando invece si tratta di far rispettare le regole liturgiche su quello che è diventato il gioco aperitivo della messa, si fa finta di niente. 

Fuori schema 08_01_2018

E' il momento "tana libera tutti" della messa: il preferito dai bambini, il più atteso da chi vive la celebrazione eucaristica come qualche cosa di stantio e vecchio. Parliamo dello scambio della pace, ritualiatà introdotta con il nuovo messale e che in pochi decenni è diventato il momento euforia della messa. Una specie di gioco aperitivo in cui dare sfogo ai propri sentimenti. Come se la messa, con la riproposizione incruenta del santo sacrificio della Croce non ne avesse a sufficienza. 

Ormai, di abuso in abuso, allo "scambiatrevi un segno di pace", l'assemblea impazzisce come durante il trenino di San Silvestro dopo la mezzanotte. Gente che zompa di qua e di là dal proprio banco, bambini che si rincorrono e fanno a gara a chi stringe più mani. E l'euforia spesso continua anche molto dopo l'Agnus Dei che segue. E poi ci sono i "disturbatori della pace" che fanno toc toc sulla spalla del fedele assorto in ginocchio per chiedere la mano. 

Colpa di un lassismo che negli anni ha scambiato la pace per il momento briscola in compagnia. Ma colpa anche di tanti preti che, per primi, hanno "dato l'esempio" scondinzolando lungo la navata a stringere mani e a dar pacche sulla spalla. E se non lo fanno i preti, tocca ai chierichetti partire come per una spedizione fino ai confini della porta d'ingresso a stringere mani come in una processione infinita. 

Eppure anche un bambino dovrebbe capire che questo momento ha la controindicazione di distrarre il fedele in procinto di accostarsi alla comunione, che è il momento più alto dell'Incontro con Dio. Infatti alcune liturgie, come quella ambrosiana, l'hanno inserito subito dopo l'offertorio per rimarcare evangelicamente che "Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono".

Come porvi rimedio?

Sia Papa Benedetto XVI prima che Papa Francesco poi hanno emanato precise disposizioni per istruire i vescovi a dare direttive consone ad una gestualità che resta ancor oggi facoltativa e questo a far comprendere quanto il gesto dello scambio della pace sia indispensabile per il buon esito della messa. Ma tant'è. Così è deciso, cosi si fa senza discutere.

Quel che è curioso che lo stesso documento di Papa Francesco volto a regolamentare una situazione divenuta ormai insopportsabile è stato praticamente ignorato da tutti i vescovi, ai quali pure dovrebbe essere demandato il compito di istruire i fedeli circa lo scambio della pace. 

Poche "regole", chiare e di buon senso, come quella di non approfittare di cerimonie come funerali o matrimoni per anticipare condoglianze o congratulazioni, o come quella che invita i fedeli a limitarsi al solo vicino di banco, che basta e avanza. O infine quella di proibire ai preti di scendere dall'altare e rimboccarsi le maniche andando a conquistare il loro quarto d'ora di celebrità.

Ma le leggi della Chiesa vengono disattese così la Provvidenza ci ha pensato in altro modo a farsi ascoltare. Cone? Grazie all'influenza australiana che in questi giorni sta colpendo i cittadini irlandesi. Una preoccupazione così forte, quella del virus influenzale, che ha indotto il solerte vescovo della diocesi nordirlandese di Down e Connor a sospendere lo scambio della pace durante le celebrazioni, per evitare che si possa diffondere ulteriormente il ceppo influenzale che di recente ha raggiunto anche la Gran Bretagna.

In un comunicato la diocesi ha spiegato che "dopo avere chiesto consigli ai medici sui rischi crescenti e l'impatto dell'influenza australiana" si è deciso di riattivare quelle misure che erano state introdotte per la prima volta nel 2009, quando da affrontare c'era la suina. "I parrocchiani sono incoraggiati a usare disinfettanti per le mani e saponi per minimizzare il rischio d'infezioni - si legge nella nota del vescovo Noel Treanor, citata dal Guardian - Nel caso in cui si qualcuno abbia sintomi influenzali, deve rimanere a casa per tutta la durata della malattia".

Insomma, più che la legge della Chiesa potè l'ideologia salutista che è entrata da protagonista anche in chiesa come testimoniato dalla moda dell'autocomunione per i fedeli affetti da intolleranza al glutine. Un mondo di pulizia e di asettici comportamenti e la fobia che un virus possa diffondersi hanno avuto la meglio su anni e anni di insistenza da parte della Chiesa sul decoro nei confronti di una pratica oggettivamente fastidiosa. 

Eppure, in questa Chiesa da Lysoform e Amuchina, che sembra preoccuparsi più della salute fisica che di quella spirituale, qualche cosa stona. "Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo". 

Non sono un patito dello scambio della pace, anzi, se posso mi limito al mio vicino di banco e mi butto in ginocchio per non essere disturbato, ma se il clericosalutismo prende piede, potrei considerare l'ipotesi financo del bacio della pace.