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LO STUDIO

Preti gay, un dramma che si fa "professionale"

Il sociologo e formatore americano Cozzens già nel 2000 ribadiva che all’inizio del XXI secolo il sacerdozio è già diventato, oppure è sul punto di diventare, la professione dei gay – una professione, esercitata eminentemente dai gay (gay profession).

Ecclesia 31_08_2018
Krzysztof Charamsa, celebre il suo coming out come prete gay

Pubblichiamo il IV paragrafo dello studio scritto dal Padre Andrzej Kobyliński dell'Università Cardinale Stefan Wyszyński di Varsavia dedicato al "Problema della pedofilia e dell'efebofilia nella Chiesa cattolica negli Stati Uniti", pubblicato nel 2017, ma straordinariamente attuale dopo l'emersione dello scandalo degli abusi coperti da vesvovi e prelati negli Usa. L'articolo integrale si può trovare qui.  

IV - Il Fenomeno dei preti gay

Al fenomeno degli abusi sessuali dei preti sui minori sono stati dedicati negli ultimi anni – non solo negli USA, ma anche in Europa – molti studi seri e approfonditi (cf. Sguotti 2015, Tulli 2014). Le ricerche scientifiche dimostrano che la percentuale molto elevata di casi di efebofilia dei preti americani e non di pedofilia, riguarda non solo la Chiesa cattolica negli USA, ma si verifica anche a livello mondiale. Le statistiche fanno notare che ben più numerosi dei pedofili sono i sacerdoti efebofili, che hanno relazioni non con bambini, ma con ragazzi i quali hanno superato la pubertà, nella maggioranza dei casi, di sesso maschile. Non si tratta dunque di pedofilia, ma di efebofilia, cioè di omosessualità con una predilezione per i minorenni.

Il 15 febbraio 2012, il sociologo italiano Massimo Introvigne ha pubblicato un articolo sul giornale cattolico “La Nuova Bussola Quotidiana”, intitolato Preti omosessuali. Oggi più di ieri? “Molti media – osserva Introvigne – sono così tornati sulla questione più ampia della diffusione dell’omosessualità nel clero cattolico, compresa quella che si rivolge ai maggiorenni, spesso attaccando il celibato sacerdotale e la Chiesa in genere. Ma è vero che oggi i sacerdoti omosessuali sono più numerosi che in passato? Le percentuali molto alte che si leggono qua e là, hanno qualche fondamento? La sociologia ha qualche cosa da dire su questo tema? Chi va alla ricerca di cifre, cita quasi sempre il vecchio volume del 1989 di James G. Wolf Gay Priests (Harper Collins, New York 1989), secondo cui nel 1986 negli Stati Uniti il 48,5% dei sacerdoti e il 55,1% dei seminaristi aveva un orientamento omosessuale.

A differenza di altri autori che propongono cifre simili, Wolf è un sociologo con solide credenziali accademiche. Egli tentò, per la sua tesi di dottorato all’Università di Chicago, da cui è nato il volume, di costruire un campione casuale nazionale dei sacerdoti americani” (Introvigne 2012).

Sul fenomeno dei preti omosessuali nella Chiesa cattolica sono state pubblicate, negli Stati Uniti, decine di libri e centinaia di articoli. Va ricordato che già (78 Ks. Andrej Kobylinski) negli anni Settanta e Ottanta del XX secolo, i sacerdoti con tendenze omosessuali hanno cominciato a creare, in America, molti problemi. All’inizio degli anni Novanta l’omosessualità dei preti costituiva già un dramma vero e proprio in molti Paesi del mondo.

Negli Stati Uniti a quell’epoca, molti preti gay morivano a causa dell’AIDS. Nel 1989, don Andrew Greeley, scrittore e sociologo cattolico, morto nel 2013, scrisse un articolo sconvolgente sul settimanale americano “National Catholic Reporter”, a proposito della cosiddetta mafia lavanda (The Lavender Mafia) – locuzione che indica la lobby-gay all’interno della Chiesa cattolica (cf. Greely 1989). Secondo Greeley, già alla fine degli anni Ottanta, il sacerdozio cattolico stava diventando, negli USA, sempre più ad orientamento omosessuale.

Del fenomeno dei preti gay si sono occupati, negli Stati Uniti, molti autori. Tra tanti studi c’è, però, un libro che ha un valore informativo del tutto particolare. Si tratta di uno studio di Donald Cozzens, sacerdote cattolico, teologo e sociologo, Rettore del Seminario di Cleveland, Ohio, pubblicato nel 2000 e intitolato Il volto del sacerdozio che cambia: una riflessione sulla crisi sacerdotale dell’anima (cf. Cozzens 2000). Essendo formatore dei futuri sacerdoti e sociologo, Cozzens aveva la competenza professionale indispensabile per approfondire, fino in fondo, la vicenda dei seminaristi e dei preti omosessuali.

Secondo le sue ricerche, si può parlare, oggi, di “un esodo eterosessuale dal sacerdozio” (a heterosexual exodus from the priesthood). Cozzens ribadisce che all’inizio del XXI secolo il sacerdozio è già diventato, oppure è sul punto di diventare, la professione dei gay – una professione, esercitata eminentemente dai gay (gay profession).

L’interrogativo sugli abusi sessuali del clero si unisce alla questione riguardante il rapporto tra il sacerdozio e l’omosessualità. Cosa fare, oggi, con l’Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione ai seminari, pubblicata nel 2005 dalla Santa Sede? Dopo la promulgazione di questo documento, ogni forma di omosessualità, anche quella psicologica e non più soltanto l’omosessualità attiva, dovrebbe costituire un impedimento all’ordinazione sacerdotale.

Si può ancora trattare ogni tipo di omosessualità come un impedimento al sacerdozio e alla vita religiosa, sapendo che la percentuale di preti, religiosi e seminaristi omosessuali è molto alta e confermata scientificamente, negli USA ed in altri Paesi, da diverse inchieste sociologiche?