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India

Nuovi arresti di cristiani nello stato indiano del Jharkhand

Due sacerdoti e un catechista cattolici sono stati arrestati con l’accusa di conversioni forzate, un pretesto usato spesso dai radicali indù per molestare e intimidire i cristiani

Due sacerdoti cattolici e un catechista sono stati arrestati il 6 settembre a Deodand, nello stato indiano del Jharkhand. Padre Arun Vincent, padre Benoy John e il catechista Munna Hansda, della missione di Rajdaha nella diocesi di Bhagalpur, sono stati accusati da un abitante del villaggio, Lakhiram Besra, di convertire la popolazione locale con la forza e di occupare dei terreni illegalmente. Padre N M Thomas, nel dare la notizia, ha aggiunto che padre Vincent fortunatamente è già stato rilasciato e ha detto che anche gli altri due indagati dovrebbero essere liberati a breve. Intervistato dall’agenzia AsiaNews, Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, ha spiegato che in India l’accusa di conversioni forzate è uno dei modi usati dai radicali indù per molestare e intimidire i cristiani. Nel 2019 anche il Jharkhand ha approvato una legge anti-conversione di cui adesso gli induisti approfittano: “l’attuale amministrazione – dice padre Alphonse Francis, ex vicario generale della diocesi di Bhagalpur – è molto ostile ai missionari cristiani. Le nostre attività sono sistematicamente prese di mira e importunate”. “Il Jharkhand vuole colpire la missione cristiana nello Stato – conferma Sajan K George – la comunità di maggioranza usa la falsa propaganda per danneggiare tutti i servizi sanitari, di welfare ed educativi dei cristiani, accusandoli senza prove di avere l’obiettivo di convertire”. Nel Jharkhand i cristiani sono circa il 4,3% della popolazione, quasi il doppio rispetto alla media nazionale. La maggior parte di essi sono tribali emarginati in quanto fuori casta.