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Myanmar

Myanmar, i ribelli filo cinesi minacciano i cristiani

Nel Myanmar orientale l’autoproclamato stato di Wa ha ordinato misure pressive contro i cristiani e ha incaricato il personale militare e amministrativo di indagare sull’operato dei missionari

 

Lo United Wa State Party, Uwsp, è la formazione politica che governa lo Wa, lo stato filo-cinese autoproclamato nello Shan orientale del Myanmar. Il suo esercito, l’Uwsa, è il più grande esercito ribelle del paese. Il 6 settembre l’Uwsa ha ordinato al proprio personale amministrativo e militare di di “scoprire cosa stanno facendo i missionari cristiani e quali sono le loro intenzioni”. Un documento in sei punti, scritto in cinese, annuncia punizioni per chi sostiene le attività missionarie, vieta la costruzione di nuove chiese, impone che i sacerdoti e gli altri addetti a quelle esistenti siano residenti locali, non stranieri, vieta l’insegnamento religioso nel territorio dello stato Wa e proibisce ai funzionari del partito di far parte di organizzazioni religiose. L’agenzia di stampa AsiaNews riferisce che nel testo si nominano i cristiani protestanti ed evangelici e non quelli cattolici. Spiega inoltre che secondo gli esperti “sia Pechino che l’Uswp vedono nell'emergere di organizzazioni e movimenti basati sulla fede una minaccia alla loro autorità”. Le prime conversioni di tribali del Wa furono fatte da alcuni missionari evangelici americani circa un secolo fa. Adesso i cristiani costituiscono il 30% (la metà evangelici) dei 450mila Wa originari della Cina meridionale che nel tempo si sono stabiliti dall’altro lato del confine. Quando nei primi anni 70 gli altipiani sono stati conquistati dal Partito comunista della Birmania (Cpb) sostenuto da Pechino sorgevano già diverse chiese.