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COMMENTO

Ma a Renzi chi glielo fa fare?

Come mai il Renzi cattolico, boy scout e ossequioso delle gerarchie che avevamo conosciuto, ora decide di andare fino in fondo su questa triste faccenda? Ecco alcune possibili risposte...

Famiglia 30_01_2016
Matteo Renzi

Certo stupisce molto che il premier, prima riluttante a farsi coinvolgere nella questione, stia ora legando il proprio destino politico alla legge Cirinnà.

Come mai il Renzi cattolico, boy scout e ossequioso delle gerarchie che avevamo conosciuto, ora decide di andare fino in fondo su questa triste faccenda? Eppure sarebbe stato molto facile per lui fare un passo indietro e lasciare che il lavoro sporco fosse sbrigato da parlamento, e in un modo o nell’altro ne sarebbe uscito vincitore. Se le unioni civili fossero passate avrebbe potuto dire ai cattolici che il parlamento è sovrano e ha deciso in autonomia, mentre se non fossero passate avrebbe ben potuto farsi perdonare dalla sinistra PD dando tutta la colpa ai fanatici intransigenti della destra.

Invece lo abbiamo visto - scatenato lancia in resta- a rimbrottare i 37 senatori PD che avevano osato alzare la loro voce contro la stepchild adoption, lo vediamo a dar ordini precisi alla TV di Stato affinchè nulla trapeli di significativo contro le unioni civili, e più ancora lo sentiamo, in ogni dove, ripetere il mantra che la legge ce la chiede l’Europa, che la legge è fondamentale, che la legge deve passare e compagnia bella… 

Ha fatto orecchie da mercante perfino davanti alle bonarie osservazioni di Mattarella, che da gran signore si era limitato ad osservare l’incostituzionalità della piena equiparazione delle unioni civili al matrimonio.

Non si è fermato neppure davanti al papa Francesco che pure aveva ribadito davanti alla Rota come non possa esserci confusione tra matrimonio e unioni civili, ed anzi lo ha rintuzzato la sera stessa, affermando pubblicamente che la legge si farà, evidentemente con o senza il papa.

Allora come mai quello stesso Renzi che nel 2007 appoggiò il family day contro i DICO (che pure erano roba da educande rispetto al DDL Cirinnà), oggi si espone al punto di accettare l’utero in affitto?

La questione non è di poco conto perché il governo - anche nella nostra scalcagnata democrazia partitocratica - ha il suo peso, e soprattutto perché l’inversione a U praticata da Renzi, nonostante le cautele impiegate per farla passare inosservata, è di quelle che non possono essere lasciate stare. 

Allora da dove viene tutto questo accanimento?
Un ex renziano doc, sostenitore pentito dell’allora sindaco di Firenze, sostiene che il cambiamento di Matteo Renzi ha a che fare con una lunga “vacanza” negli Stati Uniti al tempo del governo Monti. Fino ad allora era stato un entusiasta ed entusiasmante, e sapeva coinvolgere gli animi tanto che molti lo seguirono da subito, convinti che finalmente potesse arrivare al governo del paese un bravo ragazzo, trasparente e pulito. Ma quell’estate segnò un punto di svolta, negli States ebbe incontri su cui tanto si è speculato:  politici? Ideologi? Ricchi benefattori? Forse lo stesso Obama? 

Non si sa. Fatto sta che Matteo - che non ha mai fatto mistero della sua grandissima stima per il Presidente americano - tornò cambiato da quel viaggio in America, e da quel momento la sua ascesa politica fu tanto irresistibile quanto vista con favore fuori dall’Italia. Dalle Leopolde alle primarie, nessuna poteva resistergli; credito internazionale, favore dei media e supporto politico hanno fatto da ala alla sua ascesa.

E una volta al potere si deve pagare il conto. Di cui evidentemente fanno parte le questioni antropologiche. Non è un mistero che l’amministrazione Obama abbia posto la promozione dell’omosessualità tra le priorità di politica estera, ma le elites che guidano l’Europa non sono da meno. Certo è che la Casa Bianca ha posto – e imposto -  l’indifferentismo sessuale come base dell’egualitarismo, e la propaganda americana sta spingendo in tutto il mondo il matrimonio gay, l’utero in affitto e l’armamentario dell’ideologia gender. 

L’Italia, sostanzialmente grazie alla tradizione culturale cristiana e alla consolidata struttura familiare dell’impalcatura sociale, ha da sempre fatto muro alla tragica deriva egoista e individualista che, partita dal nord del mondo, sta tentando di travolgere tutto. Inoltre il nostro Paese su questi temi gode di altissimo contenuto simbolico per la presenza a Roma del Santo Padre, autorità morale riconosciuta in tutto il mondo e a quanto pare unica voce che ancor si levi a difesa dell’uomo e della famiglia.

Si può quindi capire l’importanza di far capitolare sulla questione antropologica il Paese simbolo del cattolicesimo, e lo strumento per farlo potrebbe essere proprio il nostro Matteo, che forse per queste ragioni insiste oggi a tutti i costi per qualcosa in cui non credeva affatto fino a pochi anni fa.

Ma che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la propria anima?
Allora ci ripensi Presidente Renzi. La posta è troppo alta. Non svenda la verità sull’uomo per qualche spicciolo. Pochi o tanti che siano, saranno sempre insignificanti davanti al pianto di un bambino, costretto dalla sua legge a cercare per sempre invano la sua mamma o il suo papà. 

Milioni di persone in piazza sabato 30 la aiuteranno a ricordarlo.