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LETTURE

L'invasione barbarica

La prefazione
al libro
di Gianfranco Amato, I nuovi unni, contro
la barbarie
che avanza.

Cultura 24_03_2012
Gianfranco Amato, "I nuovi Unni", Fede & Cultura, Verona 2012

Proponiamo alla lettura la prefazione di mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, al libro di Gianfranco Amato, "I nuovi unni. Il ruolo della Gran Bretagna nell’imbarbarimento della civiltà occidentale" (Fede & Cultura, Verona 2012).


Mi accingo volentieri ad esprimere qualche breve considerazione
nel presentare questo interessante saggio nato dalla solida cultura e dalla lucida intelligenza dell’amico Gianfranco Amato, profondo conoscitore della realtà britannica. Con la sua divisione in due sezioni il saggio consente da una parte di capire le ragioni storico-culturali che hanno portato all’attuale decadimento della società del Regno Unito, e dall’altra di avere un’impietosa fotografia di ciò che accade nella banale realtà del quotidiano, attraverso la raccolta cronologica di articoli.

Uno dei pregi di questo saggio, infatti, è quello di mostrare, attraverso la narrazione cronachistica di eventi realmente accaduti, la fondatezza delle riflessioni storiche, filosofiche e sociologiche contenute nella prima parte del libro, che rischierebbero altrimenti di apparire come astratte disquisizioni accademiche. Non si possono, del resto, comprendere appieno gli effetti di un fenomeno se non se conoscono le cause, come rende evidente la stessa definizione aristotelica di conoscenza, secondo cui «verum scire est scire per causas».

Davvero apprezzabile, poi, risulta essere l’analisi dell’impatto storico, culturale e sociologico che la cosiddetta Riforma protestante ha avuto nella civiltà occidentale, ed in particolare nella società britannica. Si insinua proprio nei principi luterani della Sola Gratia, Sola Fide e Sola Scriptura - come spiega bene Amato - il germe di quel soffocante individualismo che sarà destinato a caratterizzare in particolare la società inglese. Quei principi rappresentano davvero il semen nequitiae - titolo efficacemente dato al primo capitolo -­ da cui discenderà la serie infausta ed esiziale dei fructus venenati - titolo del secondo capitolo - che oggi stanno avvelenando, più in generale, tutta la civiltà occidentale.

Come ho già avuto modo di ribadire in altre sedi, è proprio il protestantesimo che ha determinato il dramma della frattura insanabile tra fede e ragione nell’uomo moderno. È il protestantesimo che ha deificato la ragione innalzandola a criterio ultimo e misura di tutte le cose. È il protestantesimo che ha relegato la fede negli angoli angusti della propria coscienza. È il protestantesimo che ha sprofondato l’uomo nella solitudine di un rapporto personale con Dio, estraniandolo dalla dimensione comunitaria e privandolo della mediazione salvifica della Chiesa.

È il protestantesimo che ha relativizzato la verità, lasciandola alla libera e soggettiva interpretazione dell’Io. Ed è ancora il protestantesimo che, impedendo alla fede di diventare cultura, cioè non unificando la persona, consegna quest’ultima in balia di chi detiene il potere ideologico o politico.

Da tutto questo nasce la crisi dell’uomo moderno, e Amato riesce ad illustrare egregiamente come e perché proprio la Gran Bretagna sia divenuta il paradigma di una società in cui i frutti velenosi della Riforma hanno portato alla scomparsa di Dio dall’attuale orizzonte culturale.

Resta però sempre impellente la domanda sollevata dal Santo Padre durante la celebrazione ecumenica tenuta il 23 settembre 2011 nella chiesa dell’ex convento agostiniano di Erfurt: l’uomo ha ancora bisogno di Dio o può farne davvero a meno? Così risponde Benedetto XVI: «Quando in una prima fase dell’assenza di Dio, la sua luce continua ancora a mandare i suoi riflessi e tiene insieme l’ordine dell’esistenza umana, si ha l’impressione che le cose funzionino abbastanza bene anche senza Dio; ma quanto più il mondo si allontana da Dio, tanto più diventa chiaro che l’uomo, nell’hybris del potere, nel vuoto del cuore e nella brama di soddisfazione e di felicità, “perde” sempre di più la vita».

Non si poteva rappresentare meglio ciò che sta accadendo oggi nella società britannica. Ora che si stanno spegnendo gli ultimi bagliori dell’antica civiltà cristiana, di quella fede che aveva tenuto insieme un popolo, diventa sempre più evidente il rischio di uno smarrimento individuale e collettivo. «Nur wer Gott kennt, kennt den Menschen», sosteneva Romano Guardini. Se non si conosce Dio, non si può conoscere l’uomo. E senza la conoscenza di Dio, ricorda ancora Benedetto XVI, l’uomo diventa manipolabile.

Nel saggio che ho il piacere di presentare, Amato, raccontando episodi di cronaca, riesce a mostrare, con la sua capacità narrativa caratterizzata da un tratto di penna appassionato e brillante, l’evidenza della drammatica crisi di una post-modernità senza Cristo. Non si limita ad una denuncia intellettuale, ma esibisce le prove tangibili di quanto denunciato, attraverso l’esposizione di fatti realmente accaduti nella contingenza quotidiana, nelle circostanze della vita di tutti i giorni, nella realtà viva di uomini comuni. Per questo l’opera che va sotto il titolo evocativo de I nuovi Unni merita certamente di essere letta.