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5 STELLE

Lancia l'Isis e nascondi la mano

Al momento del voto per fornire armi ai curdi, impegnati nella lotta contro l'Isis in Iraq, il Movimento 5 Stelle vota contro. Ma il deputato Sibilia nega che il suo collega Di Battista, investito dalle polemiche, si sia schierato in difesa del movimento terrorista. I grillini sono solo degli incompresi?

Politica 21_08_2014
Carlo Sibilia

Lancia l’Isis e nascondi la mano. È ormai questa la strategia comunicativa dei deputati del Movimento 5 Stelle. Dopo lo scandalo provocato dal lungo articolo di Alessandro Di Battista sul blog di Beppe Grillo, in cui addossava tutte le colpe della crisi irachena agli Stati Uniti e dunque giustificava storicamente le colpe dei terroristi, corre in soccorso il collega Carlo Sibilia (quello de “La farsa dello sbarco sulla Luna”). Sibilia ritiene che l’articolo di Di Battista sia stato oggetto di una «interpretazione per certi versi un po' forzata». Eppure i deputati e senatori grillini sono stati gli unici, assieme a un senatore del Sel, a votare contro l'invio delle armi ai curdi, impegnati in prima linea nella lotta contro l'Isis in Iraq.

Non è la prima volta che i deputati grillini si difendono negando apertamente quello che hanno detto (e quello per cui votano), ma solo dopo aver assistito al coro di critiche che piovono loro addosso dagli altri partiti e organi di informazione. Anche il deputato Paolo Bernini, lo stesso che, in un discorso alla Camera, sposò la teoria del complotto dell’11 settembre, negò completamente la sua responsabilità sull’intervista in cui parlava dei “chip sottocutanei” che verrebbero impiantati nei corpi dei cittadini americani per poterli controllare a distanza. In quella occasione disse che la troupe della Rai che lo aveva intervistato, avesse montato male le sue parole: «Mi dispiace che dei parlamentari neoeletti del Movimento 5 Stelle si parli nell'esclusivo tentativo di metterli in cattiva luce di fronte alla pubblica opinione».

Giulia Sarti, altra deputata del Movimento, aveva usato una teoria della cospirazione contro la sua persona per giustificare una figuraccia previdenziale. Dopo aver cannato in pieno i calcoli sulla riforma previdenziale, colta in flagrante dai suoi stessi amici di Facebook, si è giustificata con una storia di sabotaggio informatico: «Giovedì pomeriggio spunta sulla mia pagina facebook il post in merito alle pensioni palesemente falso e soprattutto con dati completamente errati». In pratica, un hacker, possibilmente pagato dai poteri forti, solo per screditarla, sarebbe entrato nel suo profilo Facebook. Solo per farle fare una brutta figura.

Non stupisce, dunque, che di fronte alla levata di scudi contro le affermazioni sull’Isis, i grillini si difendano affermando che è il loro pensiero ad essere stato mal interpretato o manipolato. Ma a questo punto, che parlamentare è quello che necessita di un interprete ogni volta che deve dire o scrivere qualcosa? Che politico è quello che, ad ogni obiezione, deve rispondere “no, non è così, sei tu che non hai capito, sei tu che mi hai interpretato in modo fazioso”? Anche la comunicazione, in politica, gioca un ruolo fondamentale. Un politico deve sintetizzare fenomeni complessi in una scelta binaria: un sì o un no. necessita di chiarezza cristallina, proprio per esprimere una linea su cui prendere voti.

Ma siamo veramente sicuri che i grillini abbiano solo un problema di linguaggio? Probabilmente no. Perché il voto espresso ieri, alla Camera, contro l’invio di armi ai curdi (per combattere l’Isis) è perfettamente coerente con quanto detto da Di Battista. Il deputato scriveva sul blog, a proposito delle origini del terrorismo: «L'attentato alle Torri Gemelle fu una panacea per il grande capitale nordamericano. Forse anche a New York qualcuno “alle 3 e mezza di mattina rideva dentro il letto” come capitò a quelle merde (sic!) dopo il terremoto a L'Aquila. Quei 3.000 morti americani vennero utilizzati come pretesto per attaccare l'Afghanistan, un paese con delle leggi antitetiche rispetto al nostro diritto ma che con il terrorismo internazionale non ha mai avuto a che fare (sic!), e l'Iraq. Era ormai tempo di buttare giù Saddam e prendere il pieno controllo del petrolio iracheno». Sibilia, il suo collega e difensore, ribadisce la stessa visione della storia: «Se fossimo stati al governo noi, non si sarebbe arrivati a questo punto – perché - Avremmo cercato di influenzare i processi nella regione già a giugno, quando si capiva benissimo che l’escalation avrebbe portato a questo. Invece oggi andiamo dietro agli americani, che in Medio Oriente, negli ultimi dieci anni, hanno commesso errori giganteschi. (…) Abbiamo voluto sollevare due questioni. La prima è che il terrorismo è un effetto, non una soluzione, e per eliminarlo bisogna aggredirne le cause …». Non serve sentire altro. Basta solo sapere quali siano, secondo i grillini, le cause del terrorismo islamico. Lo scrive chiaro e tondo Di Battista. «Vanno affrontate le cause. Si condanna in Nigeria Boko Haram ma si tace di fronte ai fenomeni di corruzione promossi da Eni che impoveriscono i nigeriani dando benzina alle lotte violente dei fondamentalisti». Capito? L’islamismo, la jihad, l’ideologia che vuole sradicare l’educazione occidentale, non c’entrano nulla. La causa di Boko Haram, che mette le bombe nelle chiese e rapisce centinaia di ragazze per rivenderle come schiave, è l’Eni. E in Iraq, la causa è “il controllo del petrolio iracheno”.

I grillini non hanno affatto un problema di comunicazione. Si fanno capire benissimo. Il problema dei grillini è semmai l’ideologia: sono i cascami del marxismo, è l’idea che tutto sia mosso dalle multinazionali, che la religione e le ideologie siano solo sovrastrutture che coprono interessi materiali, l’idea che le democrazie siano solo paraventi di potentati economici. I deputati del Movimento (e decine di milioni di italiani) sono convinti che l’Isis non c’entri nulla con l’islam e la sua degenerazione totalitaria, come invece anche musulmani come Elham Manea riconoscono pienamente. I nuovi materialisti hanno imparato dai loro professori, dalle medie fino all’università, che tutto il mondo è mosso da chi controlla il denaro e il petrolio, finendo così per giustificare chi uccide, scaccia, o schiavizza migliaia di cristiani, yezidi e sciiti, per “resistere” ai petrolieri, a quelli che i marxisti-fuori-tempo-massimo vedono come i veri poteri forti. In questo mondo alla rovescia c’è chi riscrive, falsificandola in chiave ideologica, la storia del Medio Oriente e tifa apertamente per l’Isis, come il giornalista Massimo Fini e chi, come Di Battista e Sibilia, non riesce ad arrivare a tanto. E si limita a lanciare l’Isis e nascondere la mano.