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Pakistan

“La Chiesa pakistana è piccola, ma non silenziosa”

 

L’arcivescovo di Karachi, Joseph Coutts, nel prendere possesso della cattedra nella parrocchia romana di san Bonaventura da Bagnoreggio, parla della Chiesa pakistana perseguitata

 

Il 29 settembre Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, ha preso possesso della cattedra nella parrocchia romana di san Bonaventura da Bagnoreggio. Intervistato dall’agenzia di stampa AsiaNews ha parlato della Chiesa pakistana, “piccola, ma non silenziosa, una Chiesa che testimonia Cristo in modo pratico e aiuta tutti. Poiché in un paese a maggioranza musulmana l’unico modo per essere cristiani è testimoniare lafede nella vita di tutti i giorni”. Il cardinale Coutts – commenta AsiaNews – “si riferisce al contributo dei cristiani nel campo dell’educazione, delle cure mediche e dell’assistenza, nell’aiuto ai malati, ai disabili e ai tossicodipendenti”. Negli ultimi anni in Pakistan l’intolleranza religiosa è aumentata sotto l’influenza di movimenti islamici estremisti: “il dibattito pubblico – spiega il cardinale Coutts – è sempre più politicizzato e nel paese operano diversi gruppi estremisti. Chi prova a cambiare la situazione, come coloro che chiedono l’abolizione della legge sulla blasfemia, di solito vengono allontanati. Ma noi non Molliamo”. Criticare la legge sulla blasfemia, chiamata anche “legge nera”, che prevede la pena di morte per chi offende la religione islamica, battersi perché venga emendata, può costare la vita. Per averne chiesto l’abrogazione o almeno una riduzione delle pene previste, nel 2011 il governatore del Punjab, Salman Taseer, e il ministro delle minoranze, il leader cattolico Shahbaz Bhatti, sono stati assassinati a pochi mesi uno dall’altro. “Viviamo in un milieu permeato da rapporti tra fedeli di diverse religioni – aggiunge il cardinale Coutts – il solo modo per dialogare con una maggioranza che professa una fede differente non è il ‘dialogo a parole’, ma il ‘dialogo di vita’. Dobbiamo riconoscerci l’un l’altro e imparare ad apprezzarci, come uomini e donne che vivono insieme. Dobbiamo anche imparare che ciò che facciamo non è solo per noi stessi, ma anche per gli altri”.