Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Giovedì Santo a cura di Ermes Dovico
ITINERARI DI FEDE

La cattedrale di Acquapendente

In Europa nel Medioevo fiorirono numerose cattedrali costruite su modello della basilica gerosolimitana. Quella di Acquapendente è riconosciuta come la prima chiesa in Occidente dedicata all’Anastasis di Gerusalemme di cui presenta le stesse dimensioni e analogo orientamento.

Cultura 22_06_2013
Acquapendente, cattedrale del Santo Sepolcro

E’ nota la fortuna del Santo Sepolcro in età medievale, quando sul territorio dell’Europa cristiana fiorirono numerose chiese e cattedrali costruite su modello della basilica gerosolimitana. Quella di Acquapendente, in provincia di Viterbo, sorge a ridosso della Porta di Quintaluna, un tempo detta Porta Romana perché da qui si raggiungeva la via Cassia per incamminarsi verso la Città Eterna. Essa è riconosciuta dagli storici come la prima chiesa in Occidente dedicata all’Anastasis di Gerusalemme di cui presenta le stesse dimensioni e analogo orientamento.

Consacrata dal Vescovo Aldobrandino di Orvieto nel 1149,  la cattedrale, secondo la tradizione,  fu fondata nel X secolo da Matilde di Westfalia, madre dell’imperatore Ottone I il Grande, durante una sosta lungo il viaggio verso Roma e in seguito ad un sogno premonitore.  Il complesso, documentato dalle fonti a partire dall’XI secolo, includeva, allora, anche l’omonima Abbazia benedettina e una Casa dei Cavalieri Templari: di entrambe non resta oggi nessuna traccia.

La facciata, imponente e grandiosa con i suoi due campanili, risente del restauro settecentesco promosso dal Pontefice Benedetto XV che modificò anche l’assetto interno, a croce latina e a tre navate, in origine divise da file di pilastri diversi tra loro nella forma e nel numero. Lo scultore fiorentino Agostino di Duccio nel Quattrocento decorò entrambi gli amboni qui presenti con bassorilievi di grande pregio, ancora in loco. Gli Arcangeli furono il soggetto prescelto: su quello di sinistra, infatti, S. Michele è raffigurato in piedi sul drago sconfitto mentre quello di destra rappresenta la scena in cui S. Raffaele conduce il piccolo Tobia dal padre cieco per guarirlo.

L’abside e le cappelle di S. Ermete e del Sacramento sono sopraelevate perché sotto la zona presbiteriale si estende uno degli esempi più belli in Italia di cripte romaniche. L’ambiente si scompone in nove navate scandite da basse colonne sui cui capitelli si affacciano figure zoomorfe. Lo spazio si arricchisce, inoltre, di affreschi realizzati tra il XIII e il XV secolo che rappresentano una Natività, le figure di Santa Caterina di Alessandria e di S. Michele Arcangelo.
Cuore dell’ipogeo e di tutta la Cattedrale è, infine, il sacello che custodisce le reliquie provenienti dal Palazzo del Pretorio di Ponzio Pilato. Un’iscrizione latina posta all’ingresso afferma, infatti, che le pietre qui conservate sarebbero quelle bagnate dal sangue di Gesù nei momenti drammatici della Sua Passione.