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Diritti & rovesci

La Cassazione e i migranti omosessuali

La Cassazione ha affermato che non si può negare lo status di rifugiato all'immigrato omosessuale solo perchè nel suo stato di origine l'omosessualità non è fuori legge.

Gender Watch 25_04_2019

L'ivoriano Bakayoko Aboubakar è sposato, ha due figli ed è di religione islamica. Immigrato in Italia, si è dichiarato omosessuale e perseguitato dalla sua famiglia a motivo del suo orientamento. La Commissione territoriale di Crotone gli ha negato lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria a motivo dell’«ambito strettamente familiare delle minacce»  e dal momento che «in Costa d'Avorio, al contrario di altri Stati africani, l'omosessualità non è considerato un reato». L’ivoriano ha fatto ricorso in appello e ha perso anche lì.

Ha dunque presentato un altro ricorso in Cassazione e ha vinto. I giudici dell’alta corte hanno così motivato la decisione pubblicata il 23 aprile scorso: «l'assenza di norme che vietino direttamente o indirettamente i rapporti tra persone dello stesso sesso non è, di per sé, risolutiva ai fini di escludere la protezione internazionale, dovendo altresì accertarsi se lo Stato, in tale situazione, non possa o voglia offrire adeguata protezione alla persona omosessuale e dunque se questi possa subire, a causa del suo orientamento sessuale, la minaccia grave ed individuale alla propria vita o alla persona e dunque l'impossibilità di vivere nel proprio paese di origine, senza rischi effettivi per la propria incolumità psico-fisica, la propria condizione personale».

«Non appare sufficiente l'accertamento che nello Stato di provenienza del ricorrente, la Costa d'Avorio, l'omosessualità non è considerata alla stregua di reato, dovendo altresì accertarsi la sussistenza, in tale paese, di adeguata protezione da parte dello Stato, a fronte delle gravissime minacce provenienti da soggetti privati».

«Non risulta che la Corte abbia considerato la specifica situazione del ricorrente ed abbia adeguatamente valutato la sussistenza di rischi effettivi per la sua incolumità in caso di rientro nel paese di origine, a causa dell'atteggiamento persecutorio nei suoi confronti, senza la presenza di adeguata tutela da parte dell'autorità statale».

La difficoltà in questi procedimenti è appurare che l’immigrato sia realmente omosessuale e che per davvero lo Stato non offra vere tutele alle persone omosessuali.

http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20190423/snciv@s10@a2019@n11176@tS.clean.pdf