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GOVERNO

Il discorso più lungo: il premier Conte ottiene la fiducia

Con uno dei discorsi più lunghi della storia della Repubblica, il nuovo premier Giuseppe Conte ha ottenuto la fiducia al Senato e oggi la otterrà dalla Camera. Molti gli applausi e le standing ovation dai banchi della nuova maggioranza giallo-verde. E Monti: se non ci fossi stato io oggi sarebbe al governo la Troika.

Politica 06_06_2018
Conte

Lotta alla corruzione, economia, immigrazione, via le sanzioni alla Russia, via le pensioni d’oro (oltre che i vitalizi). Prima rafforzare i centri per l’impiego, poi varare il reddito di cittadinanza. Giuseppe Conte ottiene la fiducia al Senato per il suo governo scandendo i punti qualificanti del suo programma, ma mantenendo un profilo light, evitando cioè di soffermarsi troppo su alcune questioni più divisive, dalla scuola alla cultura, dai dettagli della flat tax all’abolizione della legge Fornero. Perfino sull’Europa, pur ribadendo la fedeltà agli alleati, anche al fine di rassicurare i mercati, evita ogni riferimento alla moneta unica. Ma pronuncia più volte e forte e chiaro la parola “cambiamento”. "Con questo spirito e questa consapevolezza oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo ma di un progetto per il cambiamento dell’Italia, formalizzato sotto forma di contratto dalle due forze politiche che formano la maggioranza parlamentare", ha detto Conte nel suo discorso di ieri a Palazzo Madama. Oggi sarà la volta della Camera, che voterà anch’essa la fiducia al nuovo esecutivo.

Respingendo ai vari mittenti le accuse di populismo, ieri Conte al Senato ha puntualizzato: "Ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini: le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo".

Un'ora e 11 minuti, forse il discorso più lungo della storia della Repubblica il suo. Con 45 applausi e una standing ovation (sul contrasto alla mafia).  Un intervento che ha suscitato opposte reazioni: entusiaste le forze di governo, stroncatoria quella del segretario reggente del Pd Maurizio Martina secondo cui è stato un "discorso generico, pieno di luoghi comuni". Caustico anche Matteo Renzi: "Noi siamo diversi. Pensiamo che in quei banchi ci sia la coalizione di domani, noi siamo un'altra cosa. Siete diversi, ma avete lo stesso metodo di violenza verbale. Anche noi potremmo farvi lo screening, ma non lo facciamo perché noi siamo un'altra cosa. Conte è uno che alla gente può piacere, ha uno stile suo, diverso da Salvini e Di Maio. Opposizione costruttiva? Conte non era parlamentare, non c'era la scorsa legislatura, dovrebbe vedere cosa facevano M5s e Lega....Non avrà la nostra fiducia ma avrà sempre il nostro rispetto perché abbiamo rispetto dei ruoli". Critiche al governo anche da Piero Grasso (Leu) e da Forza Italia. "Negativo su economia e giustizia, testo retorico e contraddittorio", riassumono i forzisti. Il più reattivo è Renato Brunetta: "Sono molto preoccupato. Ho sentito un discorso pieno di retorica e di luoghi comuni. Ma ho sentito anche molte cose preoccupanti: giustizialismo, fondamentalismo, autoritarismo, pauperismo, più pene per tutti, più carceri. Non ho sentito alcuno spirito liberale. Questa maggioranza di governo non è espressione del voto del popolo sovrano. Questa è una maggioranza anomala, mostruosa". Durissimo anche il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: "Il discorso di Conte mi sembra una via di mezzo tra la confusione programmatica e Cetto La Qualunque".

Momenti di tensione, in aula per le parole del senatore a vita Mario Monti, che ha messo in dubbio la leadership e l’autorevolezza di Conte:  "Un governo è efficace - ha dichiarato l'ex premier - se chi lo guida è il presidente del Consiglio e se questi esercita pienamente i suoi poteri e responsabilità e sono certo che il governo otterrebbe credito maggiore e consenso maggiore se iniziasse la sua vita con un atto di modestia e realismo: non il premier ma l'intero vostro governo nascerebbe oggi come governo dimezzato se altre forze politiche non avessero dato in un momento difficilissimo per il Paese prova di grande responsabilità: qualunque cosa possiate pensare di FI, Pd e l'allora Terzo polo e Fratelli d'Italia almeno nella fase iniziale, da novembre 2011 per oltre un anno hanno sostenuto provvedimenti impopolari e ciò ha consentito di portare l'Italia fuori da una spaventosa crisi finanziaria e portarla a una ancor troppo lenta ripresa. Voi colleghi della Lega e M5s - ha proseguito Monti - come Lega esercitavate coerente e bruciante opposizione in parlamento e nel Paese, e il M5s nei siti diffondeva in modo molto cinico spesso in totale contrasto con la realtà fattuale tesi che non andavano certo nella direzione degli sforzi che l'allora Parlamento incoraggiò. Voi - ha concluso Monti - avreste oggi la Troika, sareste un governo dimezzato perché sareste ridotti a agenti di un governo semicoloniale: la Troika è una realtà disgustosa a mio parere, e abbiamo fatto di tutto per risparmiare all'Italia questa dimostrazione di scarsa dignità".

Dopo il voto di ieri al Senato e di oggi a Montecitorio, il governo Conte entra nel pieno delle sue funzioni. I nodi verranno presto al pettine e il nuovo esecutivo dovrà dimostrare una grande compattezza per respingere gli attacchi della grande stampa, di taluni poteri forti e di alcune cancellerie europee. Più che mai questa volte pare che i primi 100 giorni di vita del governo possano risultare decisivi sulla sua tenuta.