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THE HUNT

Hollywood sospende la caccia ai conservatori

Negli Usa, il mese prossimo, avrebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche un film pulp, per stomaci forti e amanti dello humor nero, intitolato The Hunt. E' stato ritirato, perché troppo violento e perché troppo sadico nei confronti dei... conservatori, dopo una polemica in cui si è espresso lo stesso Trump

Cultura 13_08_2019
The Hunt, una scena del film

Negli Usa, il mese prossimo, avrebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche un film pulp, per stomaci forti e amanti dello humor nero, intitolato The Hunt. Dopo le stragi di El Paso e Dayton è stato cancellato. Ma non ci sono solo le sparatorie e il timore dell’effetto imitazione. C’è dell’altro. Il film, che originariamente avrebbe dovuto intitolarsi “Red State vs. Blue State” (il paese rosso, cioè repubblicano, contro il paese blu, dunque democratico) ha già suscitato, ancora prima di uscire, un incredibile polverone politico che dimostra quanto sia divisa la società americana.

Liberamente tratto dal romanzo La partita più pericolosa di Richard Connell del 1924, già portato sugli schermi nel 1933, The Hunt diretto da Craig Zobel, è la storia di un gruppo di ricconi che pagano una fortuna per partecipare ad una sadica battuta di caccia agli umani. Quindi è chiaro chi siano i buoni e chi i cattivi: i ricchi e perversi cacciatori sono i cattivi, le ignare vittime che vengono rapite e portate in una località sconosciuta per essere braccate sono i buoni. Lo si intuisce già dal trailer uscito questo mese. Dove è il problema di un film tratto da un racconto di quasi un secolo fa? Nell’attualizzazione e nella politicizzazione che, dal 2016 in poi soprattutto, coinvolge tutte e sette le arti. Infatti il “Blue State vs. Red State” è l’élite globalista liberal che dà la caccia ai “deplorables” conservatori pro-Trump. Secondo The Hollywood Reporter, (https://www.hollywoodreporter.com/news/ads-pulled-hunt-wake-mass-shootings-1229829)  che ha visionato anche il copione, le prede, in questa versione, sono state scelte perché razziste, anti-abortiste, pro-armi. Quindi: i “deplorables” che mediamente votano Trump.

Pare strano che lo scandalo sia scoppiato a destra, considerando che nel film, per quel pochissimo che si sa, le vittime sono i conservatori e gli ultra-cattivi sadici cacciatori sono dell’élite (liberal?). Fatto sta che i conservatori non ci tenevano proprio ad essere rappresentati come selvaggina. Fox News ha condotto una vera e propria campagna contro il film, non appena sono stati pubblicati i primi trailer. Subito dopo le stragi di inizio agosto, lo stesso presidente Donald Trump, pur senza citare il titolo del film, ha scritto su Twitter che “La Hollywood liberal è razzista ai massimi livelli e con grande rabbia e odio! (…) Il film che sta per uscire è fatto apposta per seminare e diffondere il caos”. Alla fine, il distributore, la Universal Picture, ha deciso di cancellare l’uscita del film. Magari uscirà in seguito, di sicuro non a settembre.

Più che un fatto di censura, come sicuramente verrà commentato nei prossimi giorni, si tratta di uno dei tanti casi in cui Hollywood decide di evitare l’uscita di film violenti in concomitanza con eventi sanguinosi, per evitare l’emulazione, ma anche per risparmiarsi un possibile flop al botteghino. Pochi, infatti, hanno voglia di vedere altro sangue artificiale dopo aver visto quello reale al telegiornale, o aver subito un lutto in famiglia o fra gli amici. Ma è sintomo di qualcosa di più grave, in questo caso: rischiava di alimentare la fantasia politica peggiore. Ed è innegabile che vi sia aria di forte violenza politica: i relatori conservatori che vengono aggrediti dagli studenti (sempre che ottengano uno spazio per parlare in un’università), le aggressioni a chiunque porti il berretto Maga (Make America Great Again), i mendicanti che chiedono l’elemosina, non con il cartello “ho fame”, ma “dammi 1 dollaro e uccido Donald Trump”, le ormai numerose rappresentazioni teatrali e televisive dell’uccisione di Trump… Benché si parli quasi solo della violenza di destra, molti conservatori si sentono realmente braccati.