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PROFUMO DI SANTITA'

Giulia sarà beata: così la Chiesa guida i suoi figli

Domenica 7 aprile si apre ufficialmente la causa di beatificazione di Giulia Gabrieli. Questa ragazzina, stroncata da un sarcoma a soli 14 anni, ha saputo camminare nella Luce e nella Gioia piena, che solo il Risorto vivo in lei poteva donarle. E non è un caso che questo avvenga all'indomani della pubblicazione di Christus Vivit, a ricordare che il vero compito della Chiesa verso i giovani è indicare Cristo vivo da seguire.

Attualità 06_04_2019
Giulia Gabrieli

Non è un caso che, a pochi giorni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica post-sinodale sui giovani (Christus Vivit), la Diocesi di Bergamo, in comunione con la Chiesa Universale, darà il via al processo di beatificazione di Giulia Gabrieli con una cerimonia ufficiale che si terrà domenica 7 aprile, ore 20,30 presso il santuario della Madonna dei Campi a Stezzano (Bg).

Dicevamo, non è un caso, al contrario: si tratta di un grande atto di carità e di umiltà che la Santa Madre Chiesa opera nei confronti dei suoi giovani figli. È la carità di indicare a tutti il frutto buono che nasce dell’albero buono. È l’umiltà di ammettere fieramente che, al netto di tutti gli umani tentativi, è Cristo vivo che ci precede, è Lui al quale sempre dobbiamo guardare e che per primo dobbiamo seguire.

Ed è con questo stesso spirito che La Nuova BQ, in occasione del suddetto Sinodo, aveva voluto donare ai suoi giovani lettori il testo Il Chicco di Grano. Storie di “Santi giovani” in mezzo a noi che si apriva proprio con la storia di questa giovane sposa di Cristo. Laddove i “giovani”, è il caso di dirlo, non sono tanto quelli anagrafici, ma sono tutti i giovani in Spirito.

Giulia Gabrieli, dunque, è il frutto buono. Come ha ben spiegato Mattia Tomasoni, vice postulatore della causa dei beatificazione: “L’albero della Chiesa, nella sua millenaria storia, con i suoi grossi rami e la sua corteccia un po’ nodosa - ma con la linfa sempre fresca che vi scorre all’interno - continua a portare frutti buoni. Questi sono i santi: uomini e donne che nella loro storia si sono lasciati affascinare dal Vangelo, hanno incontrato il Signore dando luogo nella loro vita al capolavoro mirabile della libertà e della Grazia. Di questi frutti ce ne sono tanti, più di quanto siamo disposti a riconoscere, nelle pieghe discrete e quotidiane delle nostra storia. Ce ne sono alcuni, tuttavia, che la Chiesa quasi sente l’esigenza di mostrare con maggior forza, come l’albero che mostra, fiero, i frutti più belli. Giulia è uno di questi”.

Di più: Giulia Gabrieli è Cristo vivo tra noi. Poiché, nella storia della sua malattia - un tumore che l’ha colpita giovanissima - questa ragazzina ha saputo camminare nella Luce e nella Gioia piena, che solo il Risorto vivo in lei poteva donarle. E laddove il dolore non le ha risparmiato nulla, la piccola Giulia, procedendo nel suo calvario lungo due anni, si è tutta conformata al più piccolo tra i piccoli, abbracciando per Cristo, con Cristo e in Cristo la sua stessa Croce. Come sarebbe possibile altrimenti sentir parlare una dodicenne così: “Sapete cosa ho pensato? Che fare la Volontà di Dio è vivere la Sua Parola. Che la Sua Parola è Amore. Perciò, fare la Sua Volontà è vivere nel suo Amore”. E il fatto che queste profondità le svelasse tra una fetta di pizza, una risata e una chemioterapia, rendeva ancor più evidente che a parlare non fosse più lei, ma Cristo vivo in lei.

 “Giulia aveva una capacità comunicativa e una ricchezza interiore infinite, con lei si vivevano momenti di fede intensissima che riusciva a comunicare a tutti, senza mai impancarsi a testimone”. Così lo stesso vescovo Francesco Beschi, con cui Giulia aveva nutrito un rapporto davvero speciale, esprimeva il desiderio e la volontà di aprire la fase diocesana del processo di beatificazione, decisione poi confermata dalla Chiesa di Roma e destinata a compiersi in via ufficiale in questa quinta domenica di Quaresima che ci avvicina alla Pasqua.

“La sua fede – continua monsignor Beschi - era anche una positiva lotta con il Signore: lei, con i suoi 12-13 anni dichiarava tutto il suo amore per il Signore, incarnando la sua malattia e sapendo che questa malattia poteva anche concludersi con la morte. È stata una ragazza che ha proprio incarnato in modo forte una relazione con Gesù sempre più personale, lasciandola trasparire al punto tale da indurre altri alla conversione. Giulia ha questa misteriosa forza di attrazione, che aveva in vita, ma che ha mantenuto tutt’ora”. Il vescovo per l’occasione presiederà un momento di preghiera aperto a tutti i fedeli, all’interno del quale Giulia verrà proclamata Serva di Dio. Verranno inoltre letti il nulla osta concesso dalla Santa Sede e le nomine dei componenti del Tribunale diocesano e di coloro che si occuperanno della causa con i rispettivi giuramenti (il programma completo).

“In questa prima fase spiega il vicepostulatore - l’obiettivo è quello di raccogliere tutta la documentazione volta a dimostrare l’esercizio “eroico” delle virtù da parte della serva di Dio. In primo luogo sono stati già raccolti gli scritti editi di Giulia che verranno esaminati dai teologi censori, i quali, oltre a tracciare un profilo spirituale, per come emerge dagli scritti, controlleranno che non vi sia in essi niente di contrario alla fede e alla morale cattolica. Una seconda tipologia di fonti riguarda ogni tipo di documento concernente Giulia e anche quanto è nato attorno a lei, come la fondazione «con Giulia» e le sue attività. Un ultimo grande insieme di materiale è infine composto dalle molte testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta che avranno modo di essere interrogate dal Tribunale ecclesiastico. Al termine della fase diocesana tutto il materiale raccolto verrà inviato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, per essere a sua volta analizzato dalle persone incaricate”.

Ebbene, questo lungo iter burocratico, qui solo brevemente accennato, non vuole essere un modo per appesantire lo stupore e la meraviglia di una testimonianza bambina. Tutt’altro: è il modo che la Chiesa dispone per garantire l’autenticità e per non disperdere il preziosissimo patrimonio che Dio ci vuole regalare attraverso i Suoi piccoli grandi testimoni. Sicché, oggi più che mai, è proprio dalla bocca di bambini e lattanti che tutto il popolo di Dio ha da imparare a rendergli lode e gloria. Giulia la sua lode la cantava di giorno e di notte, nella salute e nella malattia, tanto da vestire di Gioia tutto il suo cuore, come un abito nuziale per consegnarsi tutta a quel Divino Sposo che ora gode in Eterno.