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LA REALTA' NEGATA

Germania, un tranquillo Capodanno di paura

In Germania non si sono ripetute le violenze dello scorso Capodanno a Colonia? La polizia dice che sono solo "fake news". Ma non va affatto tutto bene. Se non si è raggiunto il livello di violenza del 1 gennaio 2016 è solo per l'opera di prevenzione della polizia. E nonostante tutto, le aggressioni si contano a decine.

Esteri 06_01_2017
Dortmund, pompieri in azione a San Rinaldo

La Germania aveva iniziato il 2016 con il ratto delle ragazze di Colonia (e di tante altre città occidentali) da parte di una folla di immigrati mediorientali e nordafricani. La notizia era apparsa sui quotidiani solo una settimana dopo i fatti. Quasi tutti i responsabili sono rimasti impuniti. L’alba del 2017, per la Germania, all’indomani della strage di Berlino, si apre con un titolo come questo: “Capodanno a Dortmund. Una massa di 1000 immigrati attacca la polizia e dà fuoco a una chiesa”. Lo dice Breitbart, il giornale “maledetto” che appoggia Donald Trump. Si legge che la folla di aggressori urlava Allah Akhbar e che la chiesa incendiata, San Rinaldo, fosse la “più antica della Germania”. Meno di 12 ore dopo è arrivata la smentita dalla polizia tedesca: la chiesa (che non è affatto la più antica del paese) non è stata incendiata, in piazza non è successo niente di particolare, la polizia non è stata attaccata. Niente di nuovo sul fronte tedesco, insomma. Si trattava delle solite “fake news”, diffuse sulla base di fonti vicine ad “ambienti neonazisti” locali. Davvero è tutto “fake”? Non proprio. La cronaca di questa notte di Capodanno in Germania deve essere ancora scritta in gran parte, ma già da quel poco che si sa, non è stata affatto ordinaria.

Se il dibattito sulla post-verità entra nel vivo in queste settimane, il caso del nuovo Capodanno tedesco è esemplare. La verità verrà ricomposta pezzo dopo pezzo, intervistando i testimoni. Per ora la realtà cambia a seconda delle fonti. Cosa si sa di preciso, su quel che è successo? Partendo da Dortmund, la città che ha fatto più notizia, il rapporto della polizia locale parla di “folla ostile” di circa un migliaio di persone, quasi tutti immigrati. Fra questi c’erano anche siriani, richiedenti asilo, che festeggiavano il cessate il fuoco nel loro paese sventolando le bandiere bianche nere e verdi dei ribelli. E fin qui nulla di sconvolgente. Ai più balordi, però, la festa è sfuggita di mano e i fuochi d’artificio sono piovuti sulla folla, sparati ad alzo zero. Quando la polizia è intervenuta, i razzi sono stati lanciati anche sugli agenti. Il bilancio è di 23 civili e 5 poliziotti feriti. Un razzo è finito sulle impalcature della chiesa di San Rinaldo, in restauro, provocando un principio di incendio. Dunque non si è trattato di un raid terroristico, come parrebbe di leggere dal titolo di Breitbart, ma sicuramente non è stato un Capodanno tranquillo. E non certo per colpa di hoolingans, neonazisti o tedeschi che hanno alzato troppo il gomito, bensì a causa di una folla di immigrati, pericolosamente concentrata e numerosa.

A Colonia, per evitare il ripetersi del ratto delle tedesche dell’anno scorso, la polizia ha passato al setaccio i treni che arrivavano alla stazione centrale. Secondo Focus, edizione tedesca, 1000 persone già tracciate dalla polizia stavano affluendo nella città, in quella che appariva in tutta evidenza come un’azione organizzata. La polizia aveva anche intercettato comunicazioni telefoniche e messaggi “fra nordafricani”, secondo quanto dichiarato da Wolfgang Wurm, presidente della polizia nel land Nord Reno Westphalia per organizzare azioni simili a quella del 1 gennaio 2016. La polizia ha passato al setaccio i passeggeri dei treni in arrivo, fermando un intero convoglio nella stazione periferica di Deutz. Ai 300 passeggeri sospetti è stato impedito di raggiungere il centro per Capodanno. Altre centinaia di persone sono state ispezionate dalla polizia al loro arrivo nella stazione centrale, la stessa che era stata teatro delle violenze di un anno fa.

Ad Amburgo, nonostante i controlli a tappeto, sono stati denunciati (finora) 14 casi di aggressione sessuale. Dieci persone sono state fermate. Uno solo è un cittadino tedesco, gli altri sono: tre siriani, tre iracheni, due afgani, un eritreo. E’ esattamente la composizione etnica dei richiedenti asilo che arrivano dalla rotta dei Balcani. Oltre alle violenze sessuali e ai successivi arresti, la polizia di Amburgo riporta ben 2000 atti di vandalismo in tutta la città. Casi di violenza sessuale e vandalismo sono stati denunciati anche ad Augsburg, in Baviera, altro luogo in cui gli immigrati in arrivo dai Balcani sono particolarmente numerosi. La polizia, anche in questo caso, riporta il caso di una folla di circa 150 persone che lanciava razzi ad altezza uomo, nel centro cittadino, ferendo una donna e un agente. La polizia ha arrestato un giovane siriano e allontanato a forza altri tre uomini, tutti da Iraq e Siria. Oltre ai razzi, sono spuntati anche i coltelli: un siriano e un iracheno si sono presi a coltellate. Anche qui ci sono denunce di molestie e tentativi di aggressione sessuale, per i quali sono stati arrestati tre giovani afgani.

Questi sono fatti finora documentati, le cui fonti risalgono ai rapporti di polizia. Ne parlano i tabloid popolari inglesi, come il The Sun, ma i fatti di questo Capodanno tedesco sono ancora assenti sulla grande stampa. Perché dovrebbero interessare? Perché il rischio che scoppi la polveriera tedesca è forte. Sono tutti sintomi, assieme alla strage pre-natalizia di Berlino, di una situazione che sta scivolando rapidamente fuori controllo. Non sono “fake news”: sarebbe falso affermare che va tutto bene. Nei campi per rifugiati si moltiplicano le violenze sui cristiani (esattamente come nel Medio Oriente) e su 1 milione e 200mila immigrati arrivati in Germania nel 2014 e 2015, solo 34mila hanno trovato lavoro. Il resto è potenzialmente una pericolosa massa di sbandati.