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Galatina, la storia d'amore di Dio con l'uomo

Filo conduttore de ciclo pittorico è la storia dell’uomo vista come storia dell’amore di Dio. Momumento nazionale, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina fu elevata a dignità di basilica minore.

Cultura 25_11_2017

Di ritorno da uno dei suoi viaggi al seguito dei crociati dell’ordine teutonico Raimondello Orsini Del Balzo portò nella sua città, Galatina, una reliquia da lui trafugata dal Monte Sinai. La tradizione vuole, infatti, che, dopo avere trascorso tre giorni e tre notti al cospetto dei sacri resti di Santa Caterina presso il suo santuario, Raimondello le staccasse con un morso il dito giunto, infine, in Salento. Il prezioso reliquiario è conservato nella chiesa intitolata alla martire alessandrina, fatta erigere dallo stesso feudatario per diffondere il culto cattolico latino in una terra di prevalente cultura greca. Raimondello, strategicamente, v’insediò il vicario dell’osservanza francescana di Bosnia, per creare un ponte ideale, e quindi aprire un dialogo, tra Occidente e Oriente.

Iniziata nel 1383, la costruzione si concluse nel 1391, data riportata sull’architrave di una delle porte laterali. Si tratta di uno degli edifici sacri più caratteristici dell’Italia meridionale in cui coesistono elementi tipici del Romanico e del Gotico, con influenze bizantine da una parte e normanne dall’altra. La facciata è a tre cuspidi, di cui quella centrale decisamente più alta delle altre. E’ suddivisa in due registri, aggettante l’inferiore, rientrante il superiore.  Il portale principale, un tempo dotato di più profondo protiro, è decorato nell’architrave da un bassorilievo con Cristo assiso tra gli Apostoli e sormontato da un ampio rosone, dalle cornici riccamente intagliate.

L’impianto architettonico interno è reso maestoso dalla presenza di cinque alte navate, di cui quelle intermedie svolgono la funzione di ambulacri. Davvero spettacolare è il programma iconografico che si dispiega su pilastri, volte, pareti, sottarchi, realizzato da una variegata compagine di artisti di scuola giottesca, provenienti dall’Italia centrale, nei primi decenni del Quattrocento.

Centocinquanta scene compongono diversi cicli, nove per l’esattezza, che si succedono nelle campate. Partendo dalla controfacciata e procedendo verso l’abside, per prime si raccontano le storie dell’Apocalisse cui seguono, sulle pareti della seconda campata, quelle della Genesi mentre sulle volte le allegorie dei Sette Sacramenti rappresentano la celebrazione della Chiesa.  Una trentina di episodi della Vita di Cristo sono raffigurati nella terza campata sotto le volte occupate dalle Gerarchie Angeliche. Cicli mariologici sono un po’ diffusi ovunque mentre il presbiterio è dedicato alla santa titolare la cui vita è raccontata in diciassette brani sotto le figure degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa.

Filo conduttore di queste straordinarie immagini è la storia dell’uomo vista come storia dell’amore di Dio. Già proclamata monumento nazionale, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina nel 1992 fu elevata a dignità di basilica minore.