Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Agnese da Montepulciano a cura di Ermes Dovico

Domenica Laetare

La quarta domenica di Quaresima è detta “Laetare” per via dell'antifona di ingresso. Consentite dal rito una serie di eccezioni rispetto al tempo quaresimale, dal colore dei paramenti all’organo.

Santo del giorno 19_03_2023 English Español
paramento rosa

Diversamente dal consueto, oggi la liturgia della Chiesa cattolica non celebra la solennità di San Giuseppe, che slitta a domani, lunedì 20 marzo, per la coincidenza con la quarta domenica di Quaresima, detta Domenica Laetare.

Ma perché questo nome? Esso è legato all’antifona di ingresso e, in particolare, alla sua prima parola in latino: «Lætare Jerusalem: et conventum facite omnes qui diligitis eam: gaudete cum lætitia, qui in tristitia fuistis: ut exsultetis, et satiemini ab uberibus consolationis vestræ».

In italiano: «Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate radunatevi. Sfavillate di gioia con essa, voi che eravate nel lutto. Così gioirete e vi sazierete al seno delle sue consolazioni» (cfr. Is 66,10-11).

Una particolarità di questa domenica è che è consentito usare i paramenti rosa, anziché quelli violacei normalmente usati in Quaresima. Secondo l’Ordinamento Generale del Messale Romano, inoltre, nella Domenica Laetare (come anche nelle solennità e feste) è possibile, diversamente dal resto del tempo di Quaresima, ornare l’altare con dei fiori (OGMR n. 305) e si può usare l’organo anche non in funzione di sostenere il canto (n. 313).

Il perché di queste eccezioni lo spiegava bene già il Servo di Dio dom Prosper Guéranger (1805-1875): «Manifestando oggi la Chiesa la sua allegrezza nella Liturgia, vuole felicitarsi dello zelo dei suoi figli; avendo essi già percorso la metà della santa Quaresima, vuole stimolare il loro ardore a proseguire fino alla fine» (L’Anno liturgico).