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IL DON E GUCCINI

Di-vino profeta

Don Prodi, lo zio famoso, un addio tumultuoso e un grande profeta che non è citato nella Bibbia, ma che assomiglia tanto ad un amato cantastorie. 

Fuori schema 26_09_2017

Ormai tutti sanno che l’ex premier e leader dell’Ulivo Romano Prodi ha un nipote sacerdote. Si chiama don Matteo Prodi e, per via della sua parentela famosa, è finito sulle prime pagine dei giornali. Don Matteo, che ha esercitato il suo ministero di parroco per 12 anni a Ponte Ronca in provincia di Bologna, domenica ha lasciato la parrocchia con un gesto eclatante: ha letto un messaggio di addio alla comunità a fine messa, poi pubblicato su Facebook.

I motivi? Sembra che abbia accolto in parrocchia dei migranti e qualcuno abbia espresso critiche. Bè, tutto questo giustifica il lasciare la parrocchia? Mah, avrà avuto i suoi motivi. D’altra parte il protagonismo di certi preti, che possono lasciare le parrocchie quando gli va a genio non è certo cominciato con il celebre nipote. Ripeto: avrà avuto le sue ragioni. Una cosa però è da sottolineare, perché forse è, giornalisticamente parlando, la vera notizia. Nel lungo saluto alla comunità, don Matteo parla di diverse cose e lo fa con accenti e con una prosopopea da grande addio.

Ma verso la fine, mentre spiega il perché della sua nuova destinazione, dice: “Il grande profeta ad un certo punto dice: vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati. Beh, tante volte me lo sono chiesto anche io. A che cosa è servito se così presto hai dovuto partire. Bella domanda”. La domanda è bella, ma noi sapevamo che c’è anche una risposta, che è appesa alla croce del Golgota come sacrificio di redenzione e promessa di resurrezione, chissà perché lui che è prete non lo ricorda. Ma la citazione fa nascere un’altra domanda.

Chi è il profeta a cui si riferisce don Matteo? La citazione si riconosce subito, ma ad un certo punto il dubbio lancinante arriva. Profeta? Come profeta? Ma di che cosa? E allora si va a scartabellare su internet per vedere se davvero avesse preso la frase da un qualche libro sapienziale. Ma il motore di ricerca imperterrito non si schioda da lì: “Canzone per un’amica”, che per noi cultori resta sempre “In morte di S.F.”. 

Don Matteo, dicci se il profeta a cui alludi è Ezechiele o Geremia o se invece trattasi proprio di lui: il cantastorie da via Paolo Fabbri 43 che beveva il lambrusco sul palco e che oggi scrive gialli nel suo buen retiro pavanese e già che ci sei, magari, aiutaci a ricordare com’è finita una delle sue ultime profezie: “Voi preti che vendete a tutti un’altra vita, se c’è come voi dite un Dio dell’infinito, guardatevi nel cuore, L’avete già tradito”. A chi si riferiva, il grande profeta?