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MESSA SENZA CREDO

Denunciare gli abusi serve: vescovo richiama prete choc

Dopo la denuncia della Nuova BQ il vescovo di Torino interviene con un richiamo nei confronti del sacerdote che durante la Messa aveva omesso, dileggiandolo, il Credo. E' la prova che denunciare gli abusi nella liturgia e gli svarioni nella dottrina è carità. 

Ecclesia 10_01_2018
Don Fredo durante la messa di Natale

In tempi di fede fai da te come quelli che viviamo vedere che ci sono vescovi che fanno il loro mestiere non è cosa da poco. Non sappiamo se don Fredo Olivero sia sinceramente pentito di aver omesso e sbeffeggiato il Credo nel corso della messa natalizia di mezzanotte nella sua chiesa di San Rocco di Torino, ma almeno un paletto è stato stabilito: quello che i diritti di Dio vengono prima delle fantasiose e narcisistiche pretese dei suoi ministri. 

La notizia del parroco che, suscitando il sorriso ilare dei suoi fedeli, non aveva detto il Credo perché «non ci credo» era stata data con ampio risalto dalla Nuova BQ tra lo sconcerto di molti fedeli. La notizia c'era tutta, anche perché, come sottolineavamo allora, se un prete ammette di non credere nel Credo, allora bisognerebbe alzare bandiera bianca e dichiarare la partita persa per sempre a tavolino. Della serie: che cosa ci sta a fare un prete a celebrar messa se per primo non ha la fede per credere le verità fondamentali della fede cattolica?

Qualcuno deve aver segnalato all'Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia l'articolo in questione, che avevamo corredato di fonte certa, la registrazione audio-video della messa, caricata su youtube, ma senza l'intento di denunciare i numerosi abusi che in essa vi erano compiuti. Il nostro articolo invece era critico e dava di quella messa show una lettura preoccupata circa la salute spirituale dei fedeli che vi assistevano. E a quel punto il vescovo non ha potuto fare altro che intervenire. Come? 

Anzitutto facendo cancellare quel video che ora non compare più tra i disponibili della rete. 

E poi con un intervento in prima persona. E' il quotidiano di Torino La Stampa che ci informa che l'ordinario ha richiamato il sacerdote, il quale, sempre stando all'ammiraglia dell'informazione piemontese, ha fatto pubblica ammenda e promesso che d'ora in avanti proclamerà coram populo il Credo durante la messa. L'articolo non dice se il sacerdote sia o no sinceramente pentito. Ovviamente ha avanzato qualche timida giustificazione per il suo comportamento: «Ho fatto male a far cantare “Dolce sentire”. Ma non volevo affatto dire che “io non credo”». Piccola bugia, dato che se le parole sono importanti, aveva detto proprio l'esatto opposto. Ma in fondo non è questo il punto. 

Non è tanto importante che il sacerdote sia tornato sui suoi passi, anche se costretto, se la vedrà con il suo confessore in coscienza, così come se verranno presi provvedimenti canonici a riguardo, quanto che un vescovo abbia utilizzato la sua autorità per il bene. Che in questo caso non è lasciare che un prete usi delle cose sacre come dispone il suo ego, ma sono i diritti di Dio e dei fedeli i quali non vanno calpestati dalle paturnie sentimentaliste di questo o quel sacerdote.

Può sembrare fastidioso spesso nel clima attuale della Chiesa volemosebbene denunciare gli abusi liturgici o le profanazioni delle Chiese o persino gli svarioni dottrinali di questo teologo o di quel pastore, ma è il solo modo che il popolo di Dio ha, oltre alla preghiera, di esercitare quella correzione fraterna senza la quale non c'è vera carità.

Chissà se a monsignor Nosiglia è stato fatto anche vedere l'intero video della messa prima di cancellarlo, dall'introito al post communio un concentrato di abusi e stramberie da far impallidire il più modernista dei liturgisti, a cominciare dallo stravolgimento delle parole della Liturgia Eucaristica e della consacrazione per finire con l'autocomunione dei fedeli, ma confidiamo che presto si prenda coscienza anche del fatto che tantissime messe, non solo quella di San Rocco, sono ormai pervase da una creatività liturgica che ha snaturato, profanandolo completamente il mistero, il sacro, il sacrificio e in definitiva l'Incontro perfetto che in esse avviene.