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Continuano gli attacchi indù contro i cristiani

Il 10 gennaio tre cristiani nepalesi sono stati arrestati nello Stato dell’Uttar Pradesh mentre spiegavano la Bibbia in pubblico. Altri casi di discriminazione avvenuti recentemente dimostrano la frequenza ormai quotidiana delle persecuzioni.

India. Gli attacchi ai cristiani in India si verificano ormai con frequenza quasi quotidiana. Il 10 gennaio tre cristiani nepalesi sono stati arrestati nello Stato dell’Uttar Pradesh mentre spiegavano la Bibbia in pubblico, accusati di diffondere il cristianesimo e offendere gli dei indù con un linguaggio riprovevole.

C’è speranza che vengano liberati, tuttavia, perchè la polizia ha dichiarato che in effetti erano in possesso di alcuni testi religiosi, ma che non esistono testimonianze credibili contro di loro. Il 15 gennaio nel Madhya Pradesh, dei radicali indù hanno organizzato una manifestazione contro una scuola cattolica, la St. Joseph Convent School di Namli, gestita dalle suore di san Giuseppe di Chamberry. Nei giorni precedenti la direzione della scuola aveva ripreso due allievi che avevano disturbato i compagni. I radicali indù ne hanno approfittato per accusare la scuola di aver sospeso 20 studenti che scandivano slogan patriottici.

Sempre nel Madhya Pradesh i fondamentalisti indù hanno assaltato il 16 gennaio scorso la St Paul Convent School nel distretto di Ratlam per impedire la proiezione del film “Padmatavi” che i radicali indù contestano per alcune scene, al punto da minacciare di morte l’attrice protagonista. Gli aggressori hanno distrutto le sedie della sala di proiezione e un impianto acustico. Il 4 gennaio il St. Mary’s Post Graduate College era stato attaccato da centinaia di militanti che pretendevano di entrare nell’edificio e celebrarvi il culto indù di Bjarat Mata, la Madre India. Respinti dalla polizia, avevano promesso di tornare il 16 gennaio e così è stato. Ci sono voluti 500 agenti di polizia per fermarli e impedire loro l’accesso.