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SESSO E POTERE

Cinquanta sfumature di Abruzzo

L'assessore alla cultura dell'Abruzzo viene colto in fallo. Ha stipulato un contratto di prestazioni sessuali con la sua segretaria. Va di moda la serie di romanzi "Cinquanta sfumature"? Ebbene, qualcuno lo ha recitato dal vivo.

Cronaca 20_12_2013
L'assessore

In novembre l’assessore alla cultura della Regione Abruzzo è stato arrestato per concussione, truffa aggravata e peculato. «E dov’è la notizia?», direte voi. In effetti, ormai non passa giorno senza che qualche amministratore pubblico non sia almeno indagato per questioni di denaro. Il quale sarà anche lo sterco del demonio, ma del quale neanche gli eremiti possono fare a meno, e senza il quale non esiste opera di carità che vada al di là della carezza sulla guancia.

Ma torniamo al nostro assessore regionale. Costui ha, naturalmente, una segretaria e anche quest’ultima è risultata implicata nei suoi guai giudiziari. E, pure qui, nulla di nuovo. Di nuovo c’è un particolare contratto che la donna aveva stipulato col suo principale, contratto che prevedeva un rapporto sessuale alla settimana col suddetto, non uno di più ma neanche di meno. Par di capire che lei si difenda adducendo di essere stata costretta, pena la perdita dal posto. È davvero probabile che sia così, perché altrimenti non si vede la necessità di un patto scritto. Ma anche così la cosa rimane strana, perché un contratto del genere nel nostro ordinamento non ha alcun valore. La minaccia della non assunzione in caso di non accettazione del patto o del licenziamento in caso di mancato rispetto dello stesso in corso d’opera è di per sé sufficiente a indurre la «vittima» a rifiutare il posto o addirittura a denunciare la proposta oscena alle autorità competenti. In quest’ultimo caso, laddove si possa provarlo, si otterrebbe anche il posto e pure un risarcimento. Tuttavia, secondo il Corsera, la Repubblica e Abruzzo24ore, la proposta indecente prevedeva un corrispettivo in denaro, si dice 36mila euro l’anno, che fanno 750 euro a botta. Non male. Comunque sia, la cosa riguarda adesso la magistratura e a noi non interessa.

Ci incuriosisce, semmai, la modalità della scoperta di tale contratto da parte degli investigatori. Questi l’hanno trovato, ridotto in mille pezzi, nell’abitazione della segretaria durante una perquisizione. Chissà quanto ci hanno messo a ricostruire il puzzle e a renderlo leggibile tramite scotch. Perché la firmataria non l’ha semplicemente buttato nel cesso tirando lo sciacquone? Ridotto in coriandoli, era meglio il closet che il cestino della carta straccia, il tempo di lancio è lo stesso. Mah. Sia come sia, la faccenda è venuta a galla e, come sappiamo, non per un rigurgito del w.c. Ora, essendo che contratti del genere (sappiamo anche questo) non hanno valore per la legge (anzi, sono vietati), la domanda è e rimane: che bisogno c’era di stenderlo? Correndo il rischio che venisse trovato dalla polizia e finisse sui giornali, come in effetti è avvenuto? Scripta manent, dicevano gli antichi. E una delle leggi di Murphy assicura che se qualcosa può andare storto ci andrà. Boh, misteri della mente umana.

Quel che lascia vieppiù perplessi, però, è lo scandalo dei farisei. Il caso letterario dell’anno scorso è stata la trilogia romanziera Cinquanta sfumature di grigio, poi di nero e infine di rosso (o prima è venuto il rosso e poi il nero? vabbe’, chissenefrega). Poiché il primo volume ha venduto qualcosa come quaranta milioni di copie in tutto il mondo occidentale (asiatici e africani non hanno i soldi; tra gli islamici, dato il tema, non crediamo abbia avuto molto successo), di certo l’autrice starà pensando agli altri colori (l’iride ne prevede di infiniti e, dice l’adagio, piatto ricco mi ci ficco). Confessiamo di non averne letto neanche uno, ne siamo stati dissuasi dalle recensioni. Ma, se non andiamo errati, la trama tratta appunto di un contratto sessuale con finalità sado & maso tra due soggetti etero. Lei firma la sua sottomissione, appunto sessuale, a lui. Questo il plot. Che, a tutti gli effetti e qualunque sia il compenso previsto (ripetiamo: non li abbiamo letti), si configura come contratto di meretricio. Il pubblico ne ha decretato il successo e i giornali ci hanno fatto sopra le paginate. Nessuno ha biasimato questi libri, neanche in Italia: forse perché uno dei due protagonisti non era uno del partito di Berlusconi, come l’assessore abruzzese? Vai a saperlo.

Il tema della sottomissione tuttavia è roba da interrogazioni parlamentari spagnole, con tanto di richiesta di rogo e censura, se si tratta di una citazione di San Paolo e il libro parla di coniugati cattolici. Strange new world! Non dicevano le femministe che l’utero era loro e ne facevano quel che volevano? Dunque, si lasci in pace la segretaria dell’assessore abruzzese, padrona del suo corpo e, nei fatti, femminista a tutti gli effetti.