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Mozambico

Chi ricorda il ciclone Eline?

Negli ultimi 30 anni sul Mozambico si sono abbattuti almeno 10 cicloni dagli effetti catastrofici. Il peggiore è stato Eline, nel 2000, che ha provocato la morte di oltre 700 persone

Svipop 30_04_2019

I due cicloni, Idai e Kenneth, che si sono abbattuti a distanza di poche settimane sul Mozambico provocando gravissimi danni e oltre 600 vittime, sono quasi da tutti spiegati come fenomeni eccezionali, effetto di cambiamenti climatici di origine antropica, in sostanza la conseguenza del modello di sviluppo occidentale. Il fatto più scioccante, per Sarah-Jayne Clifton, direttore della Jubelee Debt Campaign, è che adesso il Mozambico che è così povero e già tanto indebitato, dovrà indebitarsi ulteriormente per poter riparare i danni. Julie-Anna Richards, che si batte per una “tassa sui danni climatici”, rincara spiegando quanto sia ingiusto che proprio chi dei cambiamenti climatici non è responsabile ne subisca l’impatto peggiore: “che loro, i più poveri, i più vulnerabili, debbano chiedere un prestito per le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici è doppiamente ingiusto”. Benché non esistano studi che misurino quanto il cambiamento climatico renda più probabili cicloni come Idai, “non c’è assolutamente dubbio – afferma il dottor Friederike Otto dell’Università di Oxford – che quando si verifica un ciclone tropicale i cambiamenti climatici rendono più abbondanti le piogge. Inoltre a causa dell’alzarsi del livello del mare le inondazioni sono più intense di quanto non sarebbero senza cambiamenti climatici di origine antropica”. Nessuno sembra ricordare che in Mozambico con l’arrivo del monsone ogni anno da sempre si verificano problemi più o meno seri. Negli ultimi 30 anni i cicloni mortali sono stati almeno 10. Il peggiore è stato Eline, nel 2000, che si stima abbia causato più di 700 morti e quasi mezzo milione di sfollati, molti dei quali senza tetto.