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LA POLEMICA

Che strepiti sul Papa buono: vuoi pace? Prepara la guerra

la parentela tra la santità e la vita militare è tale che lo stesso san Paolo non trovò di meglio che usare termini militareschi. La decisione di fare di papa Roncalli patrono dell’esercito è in linea logica con quel che visse e disse, visto che fu proprio lui ad elogiare i suoi anni in divisa.

Ecclesia 15_09_2017
Un giovanissimo don Angelo Roncalli in divisa

Il «papa buono» fu così detto per la bonomia e per l’atteggiamento non ieratico. Fu in verità il primo a comparire in televisione (perché prima la tv non c’era), e forse questo influì, perché no, sul suo comportamento esterno. Fu anche detto, perciò, il «parroco del mondo», cosa più vera della prima perché, a ben pensarci, ogni papa deve esserlo. Ma si dimentica che prima di diventare papa, anzi prima di diventare vescovo, fu militare: sergente di fanteria dal 1901 al 1902 e poi cappellano militare all’ospedale militare di Bergamo –la sua città- dal 1915 al 1917, cioè gli anni della Grande Guerra.

Di queste esperienze così lasciò scritto: «Di tutto sono grato al Signore, ma particolarmente Lo ringrazio perché a vent’anni ha voluto che facessi il mio bravo servizio militare e poi durante tutta la Prima Guerra Mondiale lo rinnovassi da sergente e da cappellano». Notare quel «particolarmente». Ora, è proprio per questo che Giovanni XXIII è stato designato quale Patrono dell’Esercito Italiano: la Bolla apposita della Congregazione per il Culto è stata consegnata al capo di stato maggiore dell’esercito da parte dell’ordinario militare (quello che una volta si chiamava Vescovo Castrense) per l’Italia, cioè il capo dei cappellani militari. Ovviamente, non potevano mancare gli alti lai dei pacifisti.

Come! Un papa così pacioso, un papa che ha fatto nientemeno che un’enciclica dal significativo titolo Pacem in terris! Il più indignato sembra Pierluigi Castagnetti, non a caso già democristiano e ultimo segretario del malinconico erede della Balena Bianca, il partito popolare. Per lui si tratta di una scelta «assurda». Gli si unisce la voce di un vescovo (ci sarebbe sembrato strano il contrario), il presidente dell’associazione Pax Christi che fin dal nome parrebbe richiamare la «pace» evangelica ma, rebus sic stantibus, sospettiamo finisca con lo scivolare nel pacifismo senza se e senza ma. Tuttavia, a queste persone e a quelle con loro concordi, andrebbe chiesto: se non Roncalli, chi vi sarebbe stato gradito? Qualche Santo canonizzato che di mestiere faceva il militare?

In effetti, a parere di chi scrive, sarebbe stata una scelta congrua. In tal caso, l’imbarazzo della scelta è sommo: la parentela tra la santità e la vita militare è tale che lo stesso san Paolo non trovò di meglio che usare termini militareschi per i suoi paragoni (…l’elmo della salvezza, lo scudo della fede, la lancia della verità…). I Santi «militari» cominciano con Longino (il centurione sotto la croce) e finiscono –per ora- col carabiniere Salvo d’Acquisto. E, se sarà beatificato Luigi Calabresi, stiamo alla finestra in attesa delle polemiche. La decisione di fare di papa Roncalli il patrono dell’esercito (non di tutte le forze armate, si badi) è in linea logica perfetta con quel che visse e quel che disse, visto che fu proprio lui ad elogiare i suoi anni in divisa. Anzi, di più: è più coerente lui che non la Patrona della Marina, santa Barbara, che il mare non lo vide mai.

E che dire del patronato cattolico delle Forze Armate degli Stati Uniti? Pio XII affidò queste ultime all’Immacolata Concezione, e ditemi voi che cosa c’entra, a prima vista, con le armi. Invece la Madonna è, nella Scrittura, «terribile come un esercito schierato». Contro le potenze infernali. Ma è anche «colei che debella tutte le eresie»: papa Pacelli sapeva bene che nell’U.S. Army i cattolici erano relativa minoranza rispetto alle decine di confessioni protestanti. Tornando a Giovanni XXIII, appare davvero opportuna la scelta di un papa che amò la divisa tanto quanto amò la pace. E che, appartenendo a un’altra epoca, sapeva bene quanto vero fosse l’antico adagio latino «Si vis pacem para bellum».