Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Agnese da Montepulciano a cura di Ermes Dovico

MACERATA LORETO

«Che la fede diventi esperienza presente»

L'8 e il 9 giugno si è svolto il 35° pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, dal titolo: "Che cosa può davvero saziare il desiderio dell'uomo?". Papa Francesco ha telefonato per salutare e incoraggiare i pellegrini: «Lasciatevi guidare da Gesù, lasciatevi guidare da Gesù!».

Ecclesia 10_06_2013
Pellegrinaggio Macerata Loreto

Centomila persone sono in perfetto silenzio, in attesa. Poi scoppia il boato di applausi. Siamo allo stadio Helvia Recina di Macerata, la sera di sabato 8 giugno, ed è appena arrivata la telefonata di saluto di Papa Francesco ai pellegrini del 35° pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, dal titolo “Che cosa può davvero saziare il desiderio dell’uomo?”. “So che camminerete per 28 chilometri tutta la notte – ha detto il Papa – recitando il Santo Rosario, cantando insieme, guidati. E’ bello questo perché è il paradigma della vita. Tutta la vita è un pellegrinaggio. L’importante è l’incontro con Gesù in questa strada della vita, l’incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà. Lasciatevi guidare da Gesù, lasciatevi guidare da Gesù! Tante volte anche per noi la fede è un presupposto ovvio del vivere: diciamo «io credo in Dio» – e va bene -, ma come vivi tu questo nella strada della vita? E’ necessario che la fede diventi un’esperienza presente”.

Sono anch’io allo stadio e le parole del Santo Padre sono un balsamo sulle ferite della vita. L’importante è l’incontro con Gesù, lasciatevi guidare da Lui. Nella loro semplicità queste parole hanno un potenziale sconvolgente nella vita di ciascuno, perché se l’importante è l’incontro con Lui, tutto il resto sono pretesti e distrazioni. Il cammino di penitenza e di preghiera del pellegrinaggio è un aiuto a lasciarci guidare nella vita, come racconta un pellegrino, Francesco, che viene da Albiate e che ripercorre per la quinta volta la strada che da Macerata porta alla Santa Casa. “La prima volta sono venuto alla Macerata Loreto su invito di un amico, che teneva molto a questo pellegrinaggio. Il secondo anno mi è stato chiesto di aiutare ad organizzare il pullman e così sono stato sempre più coinvolto. Col tempo ho scoperto che per la mia vita è essenziale essere qua, a questo pellegrinaggio. Camminare verso la casa di Maria l’ho sempre visto come qualcosa che rispecchia la vita: a volte cammini spedito, a volte non ce la fai più oppure vuoi tornare indietro. Quello che fa la differenza è avere il cuore verso la meta. Con la Messa c’è Qualcuno che ti accoglie allo stadio e poi la Madonna ti dà appuntamento a 28 chilometri. Come mancare? Tutta la fatica è finalizzata a un incontro e io ho bisogno di questa dinamica nella vita di tutti i giorni”.

La Messa che ha accolto i pellegrini allo stadio è stata celebrata da Sua Em. il cardinal Marc Ouellet, che parlato del pellegrinaggio come testimonianza di fede e di speranza, precisando di essere presente innanzitutto come pellegrino. Infatti il cardinale ha camminato insieme ai fedeli, in un giorno per lui speciale, come ha svelato il Papa nella telefonata. Sabato era il suo compleanno e Papa Francesco, con tenerezza e simpatia, si è preoccupato che tutti gli facessero gli auguri.
Nell’incontro con i giornalisti, il cardinal Ouellet ha approfondito il titolo del pellegrinaggio, sottolineando che il desiderio infinito del cuore dell’uomo non può essere colmato da nessun bene particolare, ma solo da Dio. “Tanti sono i nostri legittimi desideri – ha aggiunto il porporato – il lavoro, una vita di famiglia lieta e pacifica. Il pellegrinaggio ci richiama la natura dell’uomo e il suo voler andare oltre i desideri particolari e ci porta a chiedere al Signore di nutrire il desiderio della Sua presenza nella nostra vita”.

Dopo la Messa il fiume di centomila pellegrini è partito verso Loreto, incontrando la gratuità dei piccoli paesi che si trovano lungo il percorso. Il pellegrinaggio Macerata Loreto, nato nel 1978 dalla proposta di un insegnante ai suoi alunni, è un gesto di popolo. In ogni paese, all’arrivo dei pellegrini, tutti i cittadini sono schierati ai bordi della strada. Mentre cammino, un po’ affaticata, sento una mano che mi dà una pacca sulla spalla e un simpatico nonnino mi dice: coraggio! Molte case hanno la porta aperta e la luce accesa, qualche pellegrino entra per ristorarsi. In diversi cortili sono allestiti  piccoli banchetti con l’acqua e la massaie più pratiche improvvisano punti di raccolta per i rifiuti, per alleggerire gli zaini dei pellegrini. Altari per la Madonna, lumini e bandiere salutano il passaggio della folla in preghiera.
Folla variegata e ricca di umanità diversa. Lungo il cammino incontro tanti ragazzi delle scuole superiori, giovani e tante famiglie, in particolare una mamma e un papà che si danno il cambio a spingere il passeggino, che porta un bel bimbo addormentato. Ho pensato a loro durante la salite  finali. Ci sono anche tante “sciure”, come quella che mi ha superato con cardigan e gonna lilla a fiorellini, corredati da borsetta e scarpe da corsa. Ci sono tantissime persone, ciascuno con la sua sensibilità diversa, ciascuno camminando come può. I cartelli che svettano sono dei più vari. Scritte sobrie e senza fronzoli, come il nome della parrocchia o del gruppo, oppure cartelli più creativi, come un sole che splende, un cappello di paglia, un palloncino a forma di cuore con la scritta: w Maria.

Quando mi inginocchio accanto alla Santa Casa, le mie preghiere si sciolgono in lacrime di felicità e stanchezza e mi tornano in mente alcune parole del Santo Padre nella sua telefonata: “Quando vi sentirete stanchi e vi verrà la tentazione di andare per conto vostro, pensate a questo: ripetete il vostro sì, pregate perché ciascuno di voi possa riconoscere nella sua carne piagata nel corpo e nello spirito la propria umanità bisognosa dell’umanità di Cristo, l’unica che può saziare davvero il desiderio dell’uomo”.