Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Giovedì Santo a cura di Ermes Dovico
IL PAPA E IL CLIMA

Cambiamento climatico, solo un atto di fede

Cambiamento climatico: gli animi sono divisi, così come lo sono gli scienziati. C’è chi ci crede, c’è chi non ci crede. Gli uomini comuni, non avendo gli strumenti per valutare, scelgono l'una o l'altra tesi in base a un mero atto di fede. Così come il Papa, che non è un addetto ai lavori.

Creato 23_09_2017
Il Papa di ritorno dalla Colombia

Chi legge la Nuova Bussola Quotidiana sa che questo giornale non crede nei cambiamenti climatici, nel riscaldamento globale e soprattutto nell’eventuale influsso delle attività umane in questi paventati pericoli. Al di fuori dell’ambito della Nbq gli animi sono divisi, così come lo sono gli scienziati. C’è chi ci crede, c’è chi non ci crede. E tra questi ultimi ci sono nomi di primo piano come Zichichi e Rubbia.

L’uomo comune, alla fine, che fa? Non avendo gli strumenti di cui gli scienziati hanno disposizione, sceglie per quale partito tenere in base a un atto di fede. Fermo restando, comunque, che il fatto di parlarne continuamente non fa diventare una cosa vera. Insomma, il cambiamento climatico per alcuni è un mito, e questi «alcuni» non sono affatto pochi. Ora, si dà il caso che neanche il papa sia un addetto ai lavori, perciò anche lui – sia detto con tutto il rispetto - fa un atto di fede. L’ultimo esempio di questa sua opinione (ripetiamo: opinione) è il colloquio che si è svolto tra lui e i giornalisti nel volo di ritorno dalla Colombia. A un certo punto il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke, introduce la giornalista Elena Pinardi, la quale, ricordando l’uragano che sta interessando la Florida, dice: «Gli scienziati ritengono che il riscaldamento degli oceani sia un fattore che contribuisce a rendere le tempeste e gli uragani stagionali più intensi. Vi è una responsabilità morale dei leader politici che rifiutano di collaborare con le altre nazioni per controllare le emissioni dei gas ad effetto serra, perché negano che il cambiamento climatico sia anche opera dell’uomo?». Notare quel «gli scienziati dicono». Ovviamente, si tratta di una parte della comunità scientifica, ma l’atto di fede è in opera e la parte, per chi ha scelto per quale partito tenere, diventa il tutto.

Il papa Francesco si accoda volentieri: «Chi nega questo deve andare dagli scienziati e domandare loro. Loro parlano chiarissimo. Gli scienziati sono precisi». Una volta scelta la parte «giusta», il resto è solo conseguenza. Il papa fa qualche esempio di scioglimento di ghiacci letto chissà dove, poi: «Attraverso il Polo Nord, adesso, si può passare. E’ molto chiaro, è molto chiaro. Quando è uscita quella notizia, da una università – non ricordo dove – ne è uscita un’altra che diceva: “Abbiamo soltanto tre anni per tornare indietro, altrimenti le conseguenze saranno terribili”. Io non so se è vero “tre anni” o no; ma che, se non torniamo indietro, andiamo “giù”, quello è vero. Del cambiamento climatico si vedono gli effetti, e gli scienziati dicono chiaramente la strada da seguire. E tutti noi abbiamo una responsabilità, tutti». Insomma, come la pensi il papa sull’argomento «cambiamenti climatici», «riscaldamento globale», «responsabilità dell’uomo» è chiaro. Quanto documentata sia questa opinione, meno. L’atto di fede è reiterato: «Se uno è un po’ dubbioso che questo non sia tanto vero, che domandi agli scienziati. Loro sono chiarissimi. Non sono opinioni campate per aria: sono chiarissimi».

In effetti, non si può dubitarne: tutti gli scienziati sono chiarissimi quando espongono la loro posizione. Peccato che le posizioni siano due e l’un contro l’altra armata. Anche Enzo Romeo della Rai insiste: «Lei molte volte nei discorsi che ha fatto in Colombia ha richiamato alla necessità di fare pace con il creato, rispettare l’ambiente come condizione necessaria perché si possa creare una pace sociale stabile. E vediamo gli effetti dei cambiamenti climatici anche in Italia: non so se è informato, ci sono stati molti morti a Livorno…». Bergoglio annuisce: «Sì, dopo tre mesi e mezzo di siccità». A memoria d’uomo, la fine dell’estate è sempre stata siglata da temporali fragorosi, e una prolungata siccità estiva non pare una novità, visto che da sempre la Chiesa (preconciliare) ha predisposto preghiere apposite. Ma anche quel «rispettare l’ambiente come condizione necessaria perché si possa creare una pace sociale stabile» lascia perplessi: la Rivoluzione bolscevica è stata provocata dai cambiamenti climatici innescati dallo zarismo? In ogni caso, un papa dà sempre il «la» in Vaticano: forse da qui il preannunciato convegno sul clima, starring i più bei nomi della «bomba demografica»?