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POLITICA

Burocrazia ammutinata e Lega suicida

È chiaro che settori della burocrazia lavorano contro i politici delle larghe intese. E la Lega, che potrebbe essere l'unica opposizione presentabile e può vantare il primo sindaco italiano di colore, è in balia delle sparate dei suoi esponenti.

Editoriali 16_07_2013
Roberto Calderoli

Il periodo di ulteriore aggravamento della crisi politica italiana che – apertosi con la deludente esperienza del governo Monti continua adesso con l’ancor più deludente esperienza del governo di “larghe intese” di Enrico Letta – è caratterizzato tra l’altro dal preoccupante moltiplicarsi di episodi in cui è evidente che segmenti della burocrazia statale boicottano l’autorità politica o comunque operano prescindendone.

Il caso più clamoroso è quello del ministro Fornero che porta avanti una legge da cui deriva poi il pasticcio degli “esodati” senza che nessuno la avvisi di dove sta andando a sbattere. Non meno preoccupanti però sono l’episodio dei due marò fatti inconsultamente sbarcare e consegnati alla polizia del Kerala, ancora oggi non si sa perché e per ordine di chi. E infine l’espulsione dall’Italia con riaccompagnamento in patria a viva forza della moglie e della figlia bambina di Mukhtar Ablyazon, avversario politico del presidente-dittatore kazako Nazarbaiev, organizzata all’insaputa del ministro degli Interni Angelino Alfano da strutture che fanno capo al suo stesso ministero. Un fatto tra l’altro accaduto lo scorso 31 maggio e venuto alla ribalta soltanto adesso.

È evidente che le concause di questa pericolosa svolta sono molte, ma in particolare non si può non puntare il dito sul fatto che dall’esordio del governo Monti in poi è venuto meno lo storico antagonismo tra centrodestra e centrosinistra. Quindi è anche venuto meno quel ruolo di principali attori della dialettica maggioranza/opposizione che, al di là delle sigle e delle forze politiche che via via le hanno impersonate, queste due aree hanno ricoperto dalla nascita della Repubblica ai giorni nostri. Tale stato di cose non soltanto non fa bene a nessuna delle due aree,  ma anche indebolisce il sistema politico italiano nel suo insieme. La prospettiva è molto grave: le nostre già deboli istituzioni non sono infatti in grado di reggere all’eventuale estendersi anche all’alta burocrazia statale di fenomeni come quelli che da “Tangentopoli” in poi già caratterizzano la magistratura. E per di più tutto questo si prospetta nel quadro di una totale incapacità dell’attuale governo non diciamo di gestire ma nemmeno di percepire la sostanza della crisi economica in atto; e quindi di fare qualcosa di rapido e di efficace per contrastarla.

In questo difficile orizzonte l’unica forza di qualche rilievo che sin dalla nascita del governo Monti sta all’opposizione è o sarebbe la Lega Nord. In tale quadro che senso hanno uscite peraltro inqualificabili come quella del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (cui peraltro il ministro Cécile Kyenge ha replicato con ammirevole eleganza)? Invece di chiudersi nella difesa a tutti i costi di tutti i suoi non farebbe meglio la Lega a tentare di risanarsi per diventare un’opposizione presentabile? La Lega che tra l’altro può vantare il primo sindaco di origini africane d’Italia, Cindy Cane, italiana di padre afro-americano eletta nel 2009 a Viggiù (Varese). Sarebbe tra l’altro interessante chiedere anche a lei un giudizio sulle sparate di Calderoli.

Risanare la Lega è un’impresa impossibile? È un pentolone pieno di ogni cosa da cui non si riesce più a ricavare niente di buono? Se così fosse ci sarebbe ben poco da stare allegri. Anche senza essere leghisti.