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AVEVA 94 ANNI

Addio Padre Ugolino, il “converti-vip”

E’ tornato alla Casa del Padre, alla bella età di 94 anni, padre Ugolino Vagnuzzi, che fu famoso negli anni Sessanta per il suo apostolato tra i Vip dello spettacolo. Celebre il suo rapporto con Adriano Celentano. 

Ecclesia 16_08_2018

E’ tornato alla Casa del Padre, alla bella età di 94 anni, padre Ugolino Vagnuzzi, che fu famoso negli anni Sessanta per il suo apostolato tra i Vip dello spettacolo. Originario della provincia di Arezzo, fu giornalista per «Tv-Sorrisi & canzoni», settimanale berlusconiano che in epoca beat macinava milioni di copie col semplice espediente di pubblicare i testi delle nuove canzoni, soprattutto  inglesi e americane.

Se volevi cantare i brani della Hit Parade con le parole di Donovan, Bob Dylan, Burt Bacharach non dovevi  fare altro che comprare la rivista. In un tempo in cui i rivenditori di chitarre si facevano la barba d’oro e non c’era gruppo di  ragazzotti che non provasse a formare un complessino musicale. Era il tempo dei 45 giri e della radio a transistor, e i cantanti professionisti vendevano milioni di copie. Padre Ugolino era presente con la sua penna e la sua voce anche su Radio Montecarlo, vera macinatrice di ascolti e leader assoluta per il suo modo rivoluzionario di porgere le canzoni di nuovo conio.

Padre Ugolino era presente anche su un’altra rivista di strepitoso successo, «Topolino», che a quell’epoca leggevano anche i giovani adulti. Le prime tivù libere vedevano la presenza del francescano, che fu  per diversi anni anche direttore della fiorentina Canale 48. Padre Ugolino lo si vedeva spesso immortalato sui rotocalchi, che divideva con un altro francescano, padre Eligio Gelmini (fratello dell’altrettanto celebre don Pierino), noto, quest’ultimo, soprattutto per essere il direttore spirituale di Gianni Rivera, il golden boy del Milan.

Tutti e due esercitavano il loro apostolato nel mondo dello spettacolo vestiti in borghese, però con giacche e maglioni alla dolcevita rigorosamente marroni, colore francescano. Ricordo una foto in cui padre Eligio accompagnava in discoteca il Rivera, con tanto di borsello a tracolla (a quel tempo, data la moda dei pantaloni aderenti, era un accessorio maschile d’obbligo).

Padre Ugolino, invece, legò il suo nome a quello di Adriano Celentano: pare sia stato lui a convertirlo. Una conversione tanto più clamorosa quanto in anticipo sui tempi. Oggi è quasi una moda, tra i Vip dello spettacolo, dichiarare la propria religiosità. A quel tempo no, e Celentano era un unicum. Celentano, che fu antesignano anche nell’ecologia (si pensi al Ragazzo della Via Gluck), proclamò la sua fede in musica traducendo la celebre cover Stand by me di B. E. King, che divenne Pregherò. Quando Celentano sposò Claudia Mori e inaugurò La coppia più bella del mondo fu padre Ugolino a celebrarne le nozze nel 1964.

Padre Ugolino spese il resto della sua attività nella diocesi di Grosseto, dove si impegnò particolarmente per gli scout. A lui si deve la posa della statua della Madonna degli Scout sul Monte Amiata. Qualcuno potrà storcere il naso, vista l’attuale deriva di parte del mondo scout cattolico, e pure sulla qualità della conversione di Celentano. Il quale, qualche anno fa, cantava sul primo canale televisivo con un contorno di ballerine scosciate. Niente di che, le ballerine danzano anche in tutù. Ma un telespettatore telefonò e fece notare l’incongruenza. Il Molleggiato  rispose che le ballerine le ha fatte Dio, perciò si possono ammirare anche discinte. Risposta ambigua, certo, ma è il bello della diretta.

In ogni  caso, eventuali imperfette conversioni  non si possono addebitare al convertitore, tenendo presente l’ambiente nel quale padre Ugolino doveva muoversi. A lui andò, anzi, molto meglio che ai preti-operai (altro fenomeno d’epoca), che, come i pifferai di montagna, andarono per convertire e tornarono convertiti (al verbo sindacalista).